Attivismo civico & Terzo settore

Servizio civile, le reazioni alla riapertura del bando

Soddisfazione di enti e volontari per la possibilità che gli stranieri regolarmente soggiornanti si candidino all'anno di servizio. Per l'avvocato che ha promosso la causa in Tribunale "è un risultato importante, ma non ci devono essere limitazioni per alcune categorie"

di Redazione

Il bando 2013 di Scn, Servizio civile nazionale è stato riaperto ieri 4 dicembre per consentire ai giovani stranieri (a questo link le categorie ammesse) di fare domanda da qui al 16 dicembre. Ecco le prime reazioni degli 'addetti ai lavori': “Asc, Arci servizio civile, rileva con soddisfazione che la scelta fatta dal ministro Kyenge e resa operativa dall’apposito decreto del Dipartimento Scn di riaprire i termini di presentazione delle domande in questo caso esclusivamente per i soli cittadini stranieri, va nella direzione di favorire l’integrazione del servizio civile italiano con quelli tedesco e francese, già aperti agli stranieri. Ciò apre anche nuovi scenari di collaborazione che potranno essere valorizzati con il semestre di Presidenza italiano dell’Unione Europea”, ragiona Licio Palazzini, presidente di Asc ed ex presidente della Consulta nazionale. “E’ un giorno importante per muovere passi concreti verso l’opportunità per i giovani di effettuare una parte di servizio civile nazionale in un altra nazione dell’Unione Europea, con la possibilità quindi di vivere la cittadinanza europea e superare stereotipi”, aggiunge Palazzini. “L’apertura ai cittadini comunitari è rilevante anche in prospettiva della sicurezza e della difesa europea: il servizio civile sta anticipando un passaggio che nel futuro si porrà anche per gli eserciti nazionali. E' anche positivo che il ministro Kyenge abbia esteso tale possibilità ai cittadini extracomunitari che avendo da tempo residenza o soggiorno in Italia, hanno dimostrato di scegliere il nostro come 'il loro' Paese almeno per un periodo rilevante della loro vita e di voler partecipare a quei doveri di solidarietà cui richiama la Costituzione. Resta comunque la necessità che questo decreto venga stabilizzato quanto prima mediante un dispositivo legislativo”.

“Ancora una volta il Servizio Civile si candida ad essere l’incubatore delle trasformazioni sociali e civiche che attraversano il Paese”, afferma su Servizio civile magazine Francesco E. Gentile, portavoce nazionale di Amesci. “Con la riapertura delle selezioni  ai giovani stranieri si apre una nuova pagina per tutto il Scn e per il Paese. La politica ritorni al passo e produca quella necessaria riforma del servizio civile che sciolga tutti i problemi che imbono sul futuro dell’intero sistema” conclude il portavoce di Amesci. Anche secondo Silvia Conforti, Rappresentante nazionale volontari in Scn, la riapertura del bando è un segnale positivo: “In Italia vi è un grave problema di integrazione e questo provvedimento dell’Unsc è un sintomo della sensibilità verso la condizione degli stranieri e del cambiamento sociale che stiamo vivendo”. Non mancano tuttavia perplessità. “Non si può attribuire all’Ufficio nazionale il compito di dirimere una questione così delicata come quella della cittadinanza, il servizio civile non è lo strumento per risolvere questo problema. E' necessaria ed improcrastinabile una riforma sia della Legge istitutiva del Servizio civile nazionale che della Legge sulla cittadinanza.”

"Quest’anno alcuni giovani stranieri potranno finalmente partecipare, a parità di condizione con gli italiani, a questa importante esperienza di solidarietà e di condivisione. Si tratta di un risultato importante, ottenuto grazie ad un' azione giudiziaria e alla partecipazione di molti giovani, che, con altre associazioni, si sono mobilitati attorno a questo obiettivo" dichiara l'avvocato Alberto Guariso di Asgi, Associazione studi giuridici sull'immigrazione, e Avvocati per niente, che hanno promosso il ricorso al bando presso il Tribunale di Milano. "Purtroppo, l’Ufficio ha ritenuto di limitare l’ammissione ai soli cittadini comunitari, ai familiari di comunitari, ai titolari di permesso per asilo politico e ai titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo: tali limitazioni non trovano alcun riscontro nel testo dell'ordinanza e appaiono, dunque, illegittime", continua Guariso, "molti giovani stranieri, anche se soggiornanti in Italia da molti anni, potrebbero non aver acquisito il permesso di lungo periodo e rimangono, così illegittimamente esclusi. Ora appare ancora piu' assurdo che il Ministero presenti appello contro la decisione del Tribunale di Milano, come dichiara di voler fare nel decreto: questo non incidera' sullo svolgimento del servizio civile per il 2013 e appare fortemente in contrasto con le dichiarazioni del ministro per l'Integrazione che aveva salutato con favore il contenuto della decisione del giudice. A questo punto sarebbe molto piu' opportuno attenersi alle disposizioni del Tribunale anche per i bandi futuri, chiudendo definitivamente questa vicenda".


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