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Chi ha paura dell’art. 14 della delega fiscale?

LA delega fiscale non è ancora calendarizzata al Senato a quasi due mesi dall'ok della Camera. C'è un articolo che paura a molti, l'art. 14 che vieta la pubblicità a giochi che inducono dipendenza. Ma Mauro Maria Marino, presidente della Commissione Finanze del Senato prende un impegno

di Redazione

Novanta miliardi di euro, un indotto che non dà lavoro ma cresce esponenzialmente nelle sue diramazioni finanziarie. L'ultimo caso di aziende che si danno al business dell'azzardo (nella fattispecie: online) è quello della Endemol, la società ce produce "Che tempo che fa" e "Il grande fratello" (vd articolo). Una spirale che vede aumentare sempre più spot pubblicitari diretti e indiretti, senza limite o fasce protette.

Contro questa deriva, tentava di porre un argine l'art.14 della Legge Delega votato alla Camera nell'ottobre scorso. Un argine chiaro, solido: divieto assoluto di pubblicità per ogni "gioco" che produca conclamata patologia, fasce protette e limiti stringenti per tutti gli altri. Ma al Senato si tarda, si rimanda, si dilazione oltre ogni possibile e ragionevole attesa la calendarizzazione del voto dell'art.14. “Sull’articolo 14 della delega fiscale non arretreremo” afferma  Mauro Maria Marino, presidente della Commissione Finanze del Senato (vd articolo), in merito al divieto agli spot nelle fasce protette in radio e tv per i giochi d’azzardo. Una presa di posizione chiara che Vita e il movimento No slot chiedevano da tempo.

Intervistato da Radio Vaticana, Marino dichiara di non demordere: " Dal mio punto di vista, l’art. 14 non si tocca. Penso che si sia raggiunto un equilibrio molto difficile, alla Camera, e non sono disponibile ad accettare emendamenti sull’art. 14. Così evitiamo qualunque tipo di strumentalizzazione, di polemica … perché ho visto scrivere cose, in questi giorni … che la delega fiscale si sarebbe bloccata per via dell’articolo 14: assicuro che non è assolutamente così, e comunque su quello si eleverà un baluardo". Sui tempi, Marino ricorda che senza il decreto Imu-Banca d’Italia  la norma sarebbe stata licenziata prima di Natale. Adesso bisogna accelerare i tempi, ma il Presidente della Commissione finanze si dichiara fiducioso. Anche perché, ribadisce con forza, non è degno né accettabile che si faccia passare ciò che produce malattia e spesso lambisce i confini dell'illecito "come una parte della normalità della vita". Anche se "il gioco non è un prodotto proibito, purtroppo, però sta portando a comportamenti che stanno devastando famiglie, stanno facendo danni … Su questo, lo Stato dovrebbe cercare di porre un’attenzione assolutamente maggiore di quella che pone. Incentivare il gioco d’azzardo penso che sia uno strumento che apre la porta ai disperati, a coloro che cercano le scorciatoie, non sapendo che poi rischiano di finire invece in situazioni ben peggiori di quelle da cui sono partiti".
Nessuna scorciatoia, ma adesso occorre procedere. Il gioco sull'art. 14 è, come ha ben compreso Marino, di capitale importanza per tutti coloro che hanno a cuore una battaglia etica, culturale e di coviltà che chiede risposte concrete e immediate.


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