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Cooperazione & Relazioni internazionali

Una delegazione congolese verrà in Italia

Finalmente l'Italia ha invitato ufficialmente una delegazione congolese nel nostro Paese: una richiesta che enti e famiglie fanno da tempo e che potrebbe sbloccare la situazione. È l'unico spiraglio in una situazione che si fa sempre più difficile

di Sara De Carli

«I tempi di attesa purtroppo si fanno lunghi. La situazione non si è risolta e da parte congolese è stato chiesto tempo per prendere in considerazione tutte le pratiche, non solo quelle italiane, delle famiglie presenti nel Paese. Stiamo valutando caso per caso la possibilità e le modalità di permanenza delle famiglie a Kinshasa»: così Cristina Nespoli, presidente di Enzo B commenta le ultime notizia che arrivano dalla RDC, mentre si prepara per la terza volta a partire.

Per il momento non c’è alcuna comunicazione ufficiale sull’esito della missione diplomatica italiana in Congo, annunciata dal premier alla vigilia di Natale, ma già ieri si erano diffuse le voci di un sostanziale nulla di fatto. «La situazione purtroppo non si è sbloccata, ma vediamo quello che accade giorno per giorno. Ricordiamo che più di una famiglia ha avuto il visto rinnovato di recente», dice Marco Griffini, presidente di AiBi.

La buona notizia, in questa drammatica vicenda, è che l’Italia ha finalmente invitato una delegazione congolese a venire nel nostro Paese: vedere come vivono qui i bambini adottati varrà più di mille parole o rassicurazioni. Si tratta di una richiesta che enti, famiglie e associazioni fanno alle istituzioni italiane da ormai molte settimane. L’annuncio è stato dato su Facebook da Francesco Mennillo, commissario CAI: «Finalmente ci sarà il viaggio in Italia della delegazione congolese», ha scritto. Pare che le autorità congolesi siano intenzionati a fare questa visita molto presto, forse già a gennaio.

Mennillo però dà anche notizie meno buone: «I congolesi si sono riservati tutto il tempo necessario per valutare i dossier, anche perché ulteriori atti di intervento non verranno graditi dalle autorità locali. L’elemento positivo è che cominceranno dai dossier italiani», scrive. E aggiunge: «A fronte della richiesta congolese di lasciare il Paese, si è ottenuto per i minori che i bambini vengano ospitati in strutture scelte dagli italiani». Gli enti in realtà sperano ancora, insieme alle famiglie, perché non sia necessario tradire una seconda volta la fiducia dei bambini e abbandonarli nuovamente in un istituto dopo aver vissuto per ormai due mesi da figli, in una famiglia. Scegliere l’istituto sarebbe una ben piccola consolazione. Gli enti italiani in fondo hanno sempre chiesto solo questo, senza accusare e senza pretendere: un atto umanitario nei confronti dei bambini


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