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WWF, un manager dal profit e un nuovo statuto per rilanciarsi

L'associazione del Panda si rinnova e nomina Luigi Epomiceno direttore generale. Efficienza e azioni in linea con le grandi campagne internazionali gli obiettivi per i prossimi anni

di Silvano Rubino

Si chiama Luigi Epomiceno, ha 56 anni ed è un manager di solida esperienza, specializzato in management e finanza, con un passato di di general management, di direzione generale e poi di Amministratore Delegato presso vari gruppi multinazionali, a New York, Chicago, Londra. A lui il WWF Italia ha affidato il compito di rilanciare l'associazione, che si prepara ad affrontare la sfida di una profonda riorganizzazione e rinnovamento interno, per far fronte alle sfide ambientali del futuro, in un contesto economico sempre più complicato anche per il non profit. Il nuovo direttore generale si insedia a pochi giorni dall'approvazione, da parte dell'Assemblea dei soci, il 18 gennaio, di una riforma statutaria importante, concordata con il WWF internazionale.  Con l'obiettivo di rendere l'associazione più efficiente e sempre in linea con le grandi campagne internazionali lanciate dal network del Panda.

Lo statuto rinnovato mira a dare al WWF  maggiore capacità decisionale e quindi operativa, con una nuova organizzazione interna orientata all'efficienza e all'efficacia delle battaglie, in un contesto generale di difficoltà economica che ha colpito anche l'associazione del Panda: «Il mio obiettivo», dichiara Epomiceno, «è rendere il WWF Italia ancor più strategico all’interno del suo network globale di difesa dell’ambiente. È un impegno con il quale potremo dare continuità anche nei confronti dei tanti soci e donatori il cui contributo, in uno scenario congiunturale economicamente difficile, deve essere trasformato in risultati sempre più concreti ed efficaci».

«Il mondo sta cambiando ad una velocità senza precedenti, i nostri sistemi economici in pochi mesi trasformano territori estesi, decidono le sorti di specie carismatiche, divorano risorse e biodiversità», spiega Isabella Pratesi, direttore del programma Internazionale del WWF Italia . «Le attività del WWF Italia procederanno, con questo nuovo assetto, in continuità con quello spirito di appartenenza alla famiglia internazionale, che già 50 anni fa, spinse i fondatori a creare un WWF anche in Italia, promuovendo campagne contro il commercio illegale di specie protette, in difesa dell’Amazzonia e degli ecosistemi ricchi di biodiversità, in difesa delle specie a rischio e per la riduzione della nostra impronta ecologica. Alcune di queste sfide sono di nuovo aperte, colpevole la dimensione globale della crisi che resta indissolubilmente legata alla crisi ecologica del pianeta».

«Promuoveremo le grandi Campagne internazionali», spiega Dante Caserta, presidente dell'associazione «per specie e habitat e lavoreremo a fianco della gente rinnovando la gestione delle nostre Oasi e la lotta all’illegalità ambientale per concentrare le risorse sulle quelle emergenze di conservazione nazionali capaci di incidere efficacemente nel risolvere le grandi sfide globali».

Nell’Assemblea si è proceduto anche al rinnovo parziale del nuovo Consiglio Nazionale WWF, ridotto a 10 membri e con maggiore flessibilità decisionale, con «la designazione di figure di spicco provenienti dal mondo della ricerca, della sostenibilità e responsabilità sociale e della comunicazione».


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