Media, Arte, Cultura

Raccontare l’Alzheimer, come un diario di viaggio su RaiTre

In onda domenica 16 febbraio verso mezzanotte "Vittorio, Capitan Pistone... e tutti gli altri" il documentario scritto, diretto e prodotto da Mara Consoli. Opera dedicata ai malati di Alzheimer e ai loro familiari

di Antonietta Nembri

Arriva su RaiTre, domenica 16 febbraio, un documentario che è un omaggio alla memoria. Alla memoria che si perde, che svanisce lentamente a causa di una malattia l’Alzheimer.
Va in onda, intorno alla mezzanotte “Vittorio, Capitan Pistone… e tutti gli altri”, scritto, diretto e prodotto da Mara Consoli. Un’opera che è dedicata al milione di malati presenti in Italia e ai loro familiari con l’obiettivo che non vengano dimenticati.

«Vittorio è mio padre, Capitan Pistone uno dei suoi tanti amici immaginari comparsi durante la malattia, tutti gli altri sono i tantissimi malati italiani» spiega Mara Consoli che ha lavorato in Rai e dal 2009 collabora con La7 come sceneggiatrice. «Ripercorrendo le varie fasi della malattia, il documentario è una sorta di diario di viaggio: nella testa di un malato, avanti e indietro nel tempo, tra denuncia e poesia, amore e rabbia, al di là delle parole… fino all'essenza delle cose» continua.

Nel trailer del documentario accanto all’immagine di Vittorio, protagonista dell’opera, scorrono le immagini di uomini famosi da Churchill a Regan, da Rita Hayworth ad Annie Girardot, perché con loro e con 20 milioni di uomini e donne nel mondo, ha in comune proprio la Malattia di Alzheimer.
E lui, il protagonista del documentario è consapevole di essere malato e accetta di essere ripreso. È abbacchiato «perché sento la confusione in testa» spiega, parla con la sua immagine allo specchio, impreca contro nemici invisibili, ride bevendo un chinotto e piange perché «vogliono uccidere la mamma». E Capitan Pistone? È il più fidato degli amici immaginari di Vittorio “capo della polizia e dei carabinieri”.

«Per capire cos’è l’Alzheimer, bisognerebbe entrare nella testa di un malato. Per capire cosa vuol dire assisterlo, bisogno passarci insieme giorni, mesi, anni», spiega ancora l’autrice che proprio per raccontare tutto questo documenta non solo la vita di suo padre Vittorio, ma anche quella di tanti altri. Nel documentario, infatti, si possono trovare le testimonianze di persone che hanno, o hanno avuto familiari affetti da Alzheimer. Guardare l’opera di Mara Consoli è come entrare in un diario di viaggio che ripercorrendo le fasi della malattia mostra non solo il progressivo spaesamento dei malati, ma anche quello dei familiari, spesso abbandonati a loro stessi, nella quasi totale mancanza di informazione, strutture e aiuto. «Un viaggio per scoprire che l’Italia non è un paese per vecchi», si legge nella presentazione che parafrasa “No Country for Old Men”, titolo del film dei fratelli Coen del 2007.

«Ho impiegato quasi otto anni per realizzare questo documentario, convinta che la storia di Vittorio, Enzo, Pina, Massimo, Rinaldo, Eva, Franco, Amedeo e tutti gli altri abbia senso solo se non la si consegna all’oblio» confida Mara Consoli. «La memoria è un patrimonio al quale attingiamo per immaginare e costruire un futuro migliore. E una società migliore è quella che non dimentica nemmeno chi è vecchio, malato, bisognoso», conclude.

“Vittorio, Capitan Pistone…. E tutti gli altri” oltre a essere stato selezionato da numerosi festival internazionali ha il patrocino dell’Aima (Associazione italiana malattia d’Alzheimer) e della Sigos (Società italiana geriatri ospedalieri)
 


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