Sanremo, uno dei misteri dell’esistenza

Del Festival di Sanremo si è già detto tutto il bene possibile e soprattutto si è detto tutto il male possibile.
Eppure, senza essere un profeta, sono abbastanza sicuro che numerosi milioni di italiani la settimana del festival staranno in casa sui loro divani o poltrone consumare il solito rituale che si ripete da più di 60 anni.Come il fumatore che dice che la sigaretta che ha in bocca sarà l’ultima, o il bevitore che si trova in gruppo con altri alcolisti per cercare insieme di darsi forza e motivazioni per smettere, o come il Presidente Hollande il quale giura che quella attuale sarà l’ultima quarantenne per cui perderà la testa: ma alla fine tutti i compulsivi di cui sopra non ce la faranno e ricadranno nello stesso vizio, lo stesso avverrà per i fan di Sanremo, io compreso. Perché continua ad accadere tutto questo? Io temo che il fascino che scaturisce dal festival più criticato dell’universo appartenga ai misteri più oscuri dell’esistenza e pertanto debba essere accettato come tutti i misteri.
Il mistero avvolge le nostre vite: veniamo dal mistero, andremo verso il mistero.
Nel frattempo quaggiù, per non farci eccessivamente soverchiare dall’angoscia, giochiamo un po’ al detective e ci avventuriamo sulle tracce misteriose tentando di risolvere almeno qualche piccolo enigma.

Quale mistero anima il vento? Qual è quella cosa misteriosa che tiene insieme l’acqua? Qual è il mistero che ci fa digerire la caseüla?
Misterioso è come si possa amare la propria moglie per 40 anni.
Ancor più misterioso è come tutte le donne francesi sopra i quarant’anni perdono la testa per Hollande?
Il giorno dopo che è stato cuccato in motorino il presidente francese ha dichiarato che ridurrà la pressione fiscale alle imprese; Berlusconi quando lo cuccavano aboliva l’imu: non è che il governo attuale ha una vita sessuale insoddisfacente ?
È misterioso come ogni anno torni la primavera, misterioso come possano volare gli uccelli, misterioso riuscire a comprendere come pagare la Tarsu.
È misterioso come un indonesiano possa comprare una squadra di calcio; altrettanto misterioso è come pensa di farla vincere quella squadra.
Ed è altrettanto misterioso che, cascasse anche il mondo, noi guarderemo la prima serata del festival e non vedremo l’ora di andare a lavorare l’indomani mattina per criticarlo e sbeffeggiarlo.
L’unica scienza che ci potrebbe venire in soccorso è la tautologia, disciplina ben conosciuta dai cervelloni del Marketing, i quali, non a caso, qualche anno fa avevano coniato un celeberrimo slogan pubblicitario:
“Perché Sanremo è Sanremo”.