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Nel piatto dei bambini troppe ingiustizie

Action Aid punta il dito sulle mense scolastiche: sprechi, poca sostenibilità, poca educazione alimentare. Con #iomangiogiusto punta a cambiare la situazione, stimolando la partecipazione di tutti

di Silvano Rubino

In Italia il 50% dei bambini con meno di 14 anni mangia in una mensa scolastica; in media ogni studente consuma circa 2.000 pasti a mensa nel corso del ciclo scolastico obbligatorio; vanno aggiunte le merende fornite sempre dagli istituti. A scuola si consumano 380 milioni di pasti ogni anno, oltre due milioni di pasti al giorno, con un fatturato pari a 1,3 miliardi di euro l’anno. Sono 15 le maggiori aziende che forniscono circa la metà dei pasti nelle mense di tutta Italia.

I numeri fotografano con chiarezza un fenomeno ormai largamente diffuso: una fetta consistente dei pasti dei nostri bambini avviene fuori dalle mura di casa. Migliorare la qualità delle mense scolastiche è un obiettivo importante, che tocca la sensibilità di migliaia di genitori. E migliorarla, soprattutto sul fronte della sostenibilità del cibo, è l'obiettivo della campagna #iomangiogiusto lanciata da Action Aid in occasione dellaGiornata Mondiale della Giustizia sociale che si celebra il 20 febbraio. Una frontiera inedita, per una ong, che però rientra nella filosofia di migliorare i comportamenti nel mondo sviluppato, per creare ricadute positive anche nel Sud del mondo, puntando fin da subito, dall'infanzia, sul consumo sostenibile.

Il legame tra mensa e giustizia sociale lo spiega Marco De Ponte, segretario generale di Action Aid, «la mensa che vogliamo è una mensa che utilizza prodotti sani, a basso impatto ambientale, preferibilmente biologici, senza OGM, stagionali e, dove possibile, prodotti localmente in modo da ridurre il numero di passaggi tra produttori e consumatori».

«Per ActionAid, migliorare la ristorazione scolastica è un’occasione da non perdere», spiega  De Ponte, «perché consente di stimolare le istituzioni a promuovere il diritto a un cibo sostenibile e di lavorare con famiglie, bambini e insegnanti; iniziare a parlare di sostenibilità partendo proprio dalle scuole significa costruire una generazione di consumatori consapevoli, che decideranno di alimentarsi in modo sano e allo stesso tempo saranno più attivi nel promuovere un sistema di produzione e distribuzione del cibo più giusto».

Cibo più giusto significa anche – e soprattutto – cibo senza sprechi. Secondo alcune rilevazioni a cura di Nomisma/Pentapolis del 2013, circa il 10% dei pasti serviti nelle mense scolastiche (circa 87mila tonnellate di cibo) sono eccedenze, delle quali l’85% è totalmente sprecato. Ridurre lo spreco gioca quindi un ruolo fondamentale verso l’utilizzo di cibi di qualità; nelle mense, infatti, il costo della componente “cibo” è circa 1/3 del totale di un pasto, che in media costa 4 euro e 50 centesimi. Per contenere l’aumento di prezzo che l’introduzione di cibi bio può comportare  si possono ridurre sprechi e costi energetici, cioè le altre componenti che fanno il prezzo totale di un pasto.

C'è poi la componente educativa, molto importante. «Parlare di dieta sostenibile a scuola significa introdurre un’educazione alimentare corretta, proporre scelte di consumo consapevole, sperimentare azioni di condivisione e cambiamento tra bambini, insegnanti, genitori e amministratori. La mensa scolastica può diventare un sistema locale di cibo “giusto” e sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico».

Infine, la trasparenza. Action Aid vuol scommettere sulle "commissioni mensa", sul coinvolgimento dei genitori nelle scelte alimentari che riguardano i loro bambini. a mensa 10 e lode deve essere una mensa trasparente i cui genitori e bambini sono i veri protagonisti. La maggior parte dei servizi di ristorazione scolastica sono infatti sotto la responsabilità dei Comuni che gestiscono direttamente il servizio o lo affidano a società esterne. Per questo, ActionAid «invita i Comuni a vigilare sulle gare d’appalto, per affidare i servizi di ristorazione, affinché siano trasparenti, a stimolare la partecipazione dei cittadini, in particolare genitori e personale scolastico, alla definizione dei capitolati d’appalto». Per far diventare più giuste le mense, ActionAid lavorerà nel rafforzare e creare delle Commissioni mensa; in quanto esistono disuguaglianze tra Centro-Nord, dove le commissioni mensa sono abbastanza diffuse, e il Sud Italia.

L'obiettivo della campagna di Action Aid è ambizioso. «Entro il 2015, puntiamo a che 15mila bambini abbiano accesso ad una mensa “più giusta” e almeno 40mila, insieme alle loro famiglie, possano capire l’importanza di una dieta sostenibile».

Per entrare in azione, come genitori, insegnanti, amministratori locali si può cliccare su www.actionaid.it/partecipa-iomangiogiusto
 

 

I CINQUE PUNTI DELLA MENSA GIUSTA:

  1. Una mensa con prodotti locali e sani per i cittadini e l’ambiente Perché è importante che i prodotti sìano a basso impatto ambientale (biologici o da agricoltura integrata), senza OGM, stagionali e, dove possibile, prodotti localmente in modo da ridurre il numero di passaggi tra produttore e consumatore e valorizzare il legame tra cibo e territorio. Il cibo che proviene dai Paesi in via di sviluppo dovrebbe inoltre provenire dalla filiera del commercio equo e solidale, a certificazione di criteri produttivi di giustizia sociale, economica e ambientale.
  2.     Un mensa che rispetta i lavoratori, l'ambiente e i consumatori Chiediamo che i fornitori dei pasti nelle mense operino nel rispetto dell’ambiente e con principi ispirati alla responsabilità sociale di impresa; che il servizio assicuri la somministrazione di acqua pubblica e non imbottigliata; che ci sia l’impegno a usare un servizio energeticamente sostenibile (nell’uso di stoviglie ecologiche, nella produzione e nel trasporto).
  3.     Una mensa in cui i bambini e i genitori sono protagonisti Faremo in modo che le commissioni mensa siano ovunque attive e funzionanti, che si prevedano attività promosse dalle scuole e dall’amministrazione per un loro buon funzionamento e che si sperimentino forme di partecipazione anche dei bambini che per primi usufruiscono del servizio. Il ruolo delle commissioni mense può essere ampliato nella definizione dei criteri da inserire nei capitolati e può estendersi verso ruoli educativi e di monitoraggio civico.
  4.     Una mensa trasparente per bambini e genitori Controlleremo che i Comuni siano promotori di gare d’appalto per l’affidamento dei servizi di ristorazione trasparenti, che siano guidati nella scelta da costi complessivi del servizio e non solo dal prezzo, che rendano comprensibili e comparabili i costi del servizio e che stimolino la partecipazione dei cittadini (in particolare dei genitori e del personale scolastico) alla definizione dei capitolati d’appalto in un’ottica di trasparenza e partecipazione.
  5.     Una mensa che riduce gli sprechi e i rifiuti Faremo in modo che i bambini, personale scolastico, aziende fornitrici del servizio e amministratori locali siano alleati nel promuovere pratiche di prevenzione e riduzione degli sprechi e dei rifiuti.
     

 


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