Attivismo civico & Terzo settore

Arci, gara a due per il dopo Beni

A Bologna dal 13 al 16 marzo 592 delegati sceglieranno il successore del parlamentare democratico fra Filippo Miraglia e Francesca Chiavacci. Beni: «la crisi ci ha affaticati, dobbiamo tornare ad essere animatori di territori e quartieri». L'intervista

di Redazione

Dopo centinaia di assemblee congressuali svolte nelle strutture di base,  116 congressi territoriali e 16 regionali, l’Arci terrà il suo XVI Congresso nazionale a Bologna (Palazzo Re Enzo) dal 13 al 16 marzo. Vi parteciperanno 592 delegati. Sarà un congresso importante perché segnerà l’addio dell’attuale presidente Paolo Beni. Fra sabato e domenica prossimi il consiglio nazionale infatti eleggerà il suo successore. Due i nomi in ballottaggio: Francesca Chiavacci e Filippo Miraglia (nei link i documenti congressuali), la prima Presidente uscente del Comitato Territoriale di Firenze e il secondo Responsabile Nazionale dell’Immigrazione. I lavori del congresso potranno essere seguiti in video e audio sul sito www.arci.it e sul canale youtube dell’Arci nazionale.

Giovedì i lavori inizieranno alle 15,30. Porteranno il loro saluto il sindaco di Bologna Virginio Merola e della Provincia Beatrice Draghetti.  Sono previsti fra gli altri, dopo la relazione introduttiva del presidente uscente Paolo Beni, gli interventi di Davide Faraone, responsabile nazionale Welfare del PD,  di Nichi Vendola, presidente di Sel, di Nicola Marongiu della Cgil nazionale, di Pietro Barbieri, portavoce del Forum del Terzo Settore e di altri presidenti di associazioni ed esponenti di movimenti.

Venerdì mattina, alle 10.30,  ci sarà una sessione dedicata all’Europa, con brevi interventi video dei candidati alla presidenza della Commissione Europea Martin Schultz, Alexis Tsipras e Josè Bovè. Saranno presenti e interverranno al congresso Argiris Panagapoulos del partito greco Syriza e Jean Robert del Forum Civico Europeo.
Nel pomeriggio di venerdì, è previsto l’intervento di Maurizio Landini, segretario generale Fiom-Cgil. Sabato mattina infine interverrà tra gli altri Luigi Ciotti.

Presidente Beni, partiamo dal titolo del congresso: “Dalla parte buona della vita. Il valore dell’associazionismo nel tempo della crisi”. Cosa spiega questa scelta?
Quella frase è una citazione di Tom Benetollo. Stare dalla parte buona della vita è qualcosa di più che stare dalla parte giusta (quella degli onesti e  dei diritti), significa ricostruire un’ecologia della vita. Di fronte alla povertà e al disagio sociale i nostri circoli devono tornare ad essere luoghi di riferimento.

Un richiamo che lascia intendere che anche una realtà come la vostra (1.115.000 soci, 17 comitati regionali, 116 comitati provinciali,  4867 circoli diffusi su tutto il territorio nazionale) appare indebolita dalla crisi?
In parte sì, siamo affaticati. I numeri parlano di un lievissimo calo di iscritti, non è questo che ci preoccupa. Dobbiamo però tornare a compiere un grande sforzo per riuscire a tornare ad animare i territori e i quartieri in modo da riconquistare quella fiducia nella sfera pubblica che oggi pare smarrita.

Lei per un anno è stato contemporaneamente presidente di Arci e parlamentare del partito democratico. Che bilancio si può fare di questo doppio incarico?
È stata una grande fatica. Lo sapevo già un anno fa, quando d’accordo con la mia organizzazione abbiamo deciso di continuare fino a fine mandato e così è stato. Quanto all’esperienza in Parlamento oltre alla costituzione dell’Intergruppo sul Terzo Settore non ci sono stati grandi risultati. Ma sono stati mesi davvero tribolati e difficili.

Per la sua successione sono in lizza Francesca Chiavacci e Filippo Miraglia. Lei da che parte sta?
Entrambi hanno fatto parte della mia presidenza. Comunque vada il segno sarà quello della continuità.
 


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