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Cooperazione & Relazioni internazionali

Come sarà la cooperazione del futuro?

La community Ong 2.0 lancia una consultazione online per definire quali indirizzi avrà nei prossimi anni un modello che oggi è in via di ridefinizione anche a causa delle minori risorse economiche a disposizione. Allo studio anche una app

di Redazione

#Cooperazionefutura. Questo l'hashtag con cui nasce la nuova campagna della comunità online Ong 2.0, volta a scoprire Come immaginare la cooperazione del futuro, quale ruolo avrà e come potrà essere aiutata dalle tecnologie digitali. La community, nata dall'equipe di Volontari per lo sviluppo e vincitrice a fine 2013 del Premio nazionale Sodalitas Social Innovation, chiede agli utenti di raccontare i propri sogni, i consigli, le difficoltà su come vorrebbero la cooperazione di domani. Con l'obiettivo di lanciare poi un'applicazione costruita proprio sulla base delle esigenze reali dei cooperanti.

Sono almeno tre gli scenari di futuro che prevede Ong 2.0. Eccoli. 2015: nei dispensari del Kenya i medici stampano in 3D le medicine per la popolazione. 2018: gli open data sono una realtà consolidata, le organizzazioni sono connesse e tutti i dati della cooperazione sono disponibili in banche dati open source. 2020: tutti possono essere maker della cooperazione interagendo da ogni parte del pianeta per creare microprogetti reticolari e risolvere i problemi del pianeta. Solo fantasie? No, tutto questo è possibile, fin da subito. "Abbiamo avviato lo studio per una nuova piattaforma e una app che aiuti a connettere le esperienze e realizzare progetti sperimentali tra Nord e Sud anche con la finalità di facilitare l'entrata dei giovani nella cooperazione internazionale. E' proprio per questo che vogliamo conoscere le idee, le necessità e le difficoltà di chi vive, o vorrebbe vivere, la cooperazione internazionale oggi. E che è in grado, magari, di immaginarla diversa nel futuro", spiega Silvia Pochettino, direttore di VpS e di Ong 2.0.

E a pochi giorni dal lancio dell'iniziativa, i promotori fanno sapere che sono già decine le risposte arrivate, segno che l'attenzione verso l'umanitario rimane piuttosto alta anche e soprattutto in tempi di forte crisi economica. Ecco alcuni contributi: “Mi piacerebbe portare online il passaparola e le chiacchiere tra espatriati e operatori della società civile, trasformandole in una banca dati aperta a tutti in cui è possibile fare ricerche secondo criteri specifichi. In Benin e in Burundi mi sono accorta che quando si devono scrivere nuovi progetti o stabilire nuovi partenariati, ci si basa quasi esclusivamente sulla propria conoscenza del paese e delle altre ong e, tutto quello che non si conosce già, lo si indaga al bar davanti a una birra”, spiega Viviana B., mentre per Fabio P. “sarebbe interessante una piattaforma che aggreghi e segnali le opportunità di lavoro nella cooperazione in Italia ed all’estero, anche mettendo in rilievo progetti ed idee”. Se tanti e validi possono essere i percorsi, l'immagine è quella di un vero e proprio sbarramento all’ingresso e una incomunicabilità di esigenze e opportunità tra ong e giovani cooperanti.

Un'altra proposta di piattaforma, ma di diversa natura rispetto alla precedente, arriva da Fabio C., che ritiene necessariaun'unico luogo virtuale sul web "per la mappatura degli interventi (programmi e progetti), suddivisa per settori, di tutte le agenzie e consulting sui territori, e un database aggiornabile in tempo reale sui dati che si possono raccogliere sulla propria area di intervento e per la diffusione delle buone pratiche”. Per Maria Paolo, infine, “la cooperazione necessita di un grande lavoro di network interno, in cui valorizzare il ruolo della comunicazione come componente fondamentale delle azioni. Bisogna poi superare il digital divide con tecnologie autoprodotte a basso costo e derivate dal riciclo dei materiali accessibili e proporre trasferimento di competenze, per promuovere partecipazione e creazione di conoscenze facilmente condivisibili agendo da lontano grazie allo scambio di buone pratiche via web e l’uso del live streaming”.

Ognuno può dare il proprio contributo alla campagna in corso, a questo link.


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