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Il Villaggio da fuori e fuori dal Villaggio, la parola ai ragazzi

Sono state Anna e Olga, due giovani accolte dal Villaggio Sos di Ostuni a intervenire alla Conferenza nazionale sull'infanzia e l'adolescenza. Al centro del loro intervento la "partecipazione attiva" dei minori al progetto di accoglienza

di Redazione

A raccontare della partecipazione attiva dei ragazzi al progetto della loro accoglienza fuori famiglia, durante la Conferenza nazionale sull’Infanzia e l’Adolescenza che si è tenuta a Bari a fine marzo, sono state due giovani ragazze accolte dal Villaggio Sos di Ostuni. Lasciare la parola ai ragazzi è stata la modalità scelta dal Sos Villaggi dei Bambini per la propria partecipazione all’atelier “Bambini e ragazzi fuori della propria famiglia”.

Anna e Olga, le due giovani accolte presso il Villaggio Sos di Ostuni, hanno presentato “Il Villaggio da fuori e fuori dal Villaggio”, sintesi del progetto sul tema della “partecipazione attiva” che le ha viste protagoniste insieme ad altri 18 ragazzi e ragazze dai 13 ai 18 anni, dal mese di ottobre.
«Abbiamo lavorato inizialmente sul tema del diritto all’ascolto e alla partecipazione nel contesto della tutela, individuando come area di interesse la fase di dimissione. E’ sicuramente uno dei momenti più delicati dell’esperienza di chi ha vissuto nel Villaggio Sos. Il saluto per esempio è stato da tutti considerato necessario per facilitare e sostenere il processo di elaborazione per le persone che escono» hanno raccontato Anna e Olga.
 
I ragazzi sono stati coinvolti in una lunga riflessione e poi “riscrittura” degli standard di qualità (Quality4Children) partendo proprio dalle buone prassi del Villaggio Sos di Ostuni. Hanno formulato delle specifiche richieste e delle conseguenti raccomandazioni circa il loro diritto di partecipare al processo decisionale che determina il momento di uscita dal Villaggio. La fase di dimissione è stata da tutti indicata come momento delicato e per questo fondamentale.
 
«Siamo tutti d’accordo nel portare alla vostra attenzione due temi a noi cari» hanno proseguito Anna e Olga. «Dobbiamo tutti insieme promuovere un’immagine positiva delle realtà di accoglienza e del Villaggio Sos. Non è accettabile la stigmatizzazione perché ha ricadute sulla nostra vita, qui e fuori da qui. Altro tema fondamentale è l’accompagnamento nella fase di uscita dal Villaggio Sos o da qualunque realtà di accoglienza. Abbiamo bisogno di essere accompagnati, presi per mano» hanno infine concluso tra gli applausi.
 
La necessità di ascoltare i ragazzi, perché sono competenti rispetto alla loro esperienza e possono dare elementi utili agli adulti, è stata riconosciuta pubblicamente dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza che- viene sottolineato in un comunicato stampa – ha ringraziato Sos Villaggi dei Bambini per il lavoro che sta svolgendo sulla partecipazione dei ragazzi.

«L’accoglienza partecipativa deve essere un obiettivo comune per il nostro Paese. La partecipazione di Anna e Olga è stata importantissima. Hanno dimostrato che il lavoro di Sos Villaggi dei Bambini non è solo volto a favorire processi di partecipazione all’interno delle nostre realtà ma ha l’obiettivo di integrare e modificare il modello di intervento degli adulti, adottando procedure e linee guida “che tengano conto e includano il punto di vista dei ragazzi”. La sfida per noi è che siano i ragazzi a migliorare il nostro modello d’intervento» commenta Samantha Tedesco, responsabile Area Programmi e Sviluppo.

Il lavoro iniziato nel 2011, nel Villaggio Sos di Trento, aveva coinvolto 42 bambini e adolescenti tra i 5 e i 18 anni e 16 adulti tra staff di direzione ed educatori. I risultati erano stati presentati durante la Conferenza Annuale di Eurochild (13/15 novembre 2013) e il progetto era stato definito dal Garante Vincenzo Spadafora «Una pratica di eccellenza nel panorama italiano dell’accoglienza».
 


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