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Cooperazione & Relazioni internazionali

Vittorio Arrigoni, quando il dolore lascia spazio al sorriso

Tre anni fa la notizia sconvolgente del barbaro assassinio a Gaza del volontario internazionale italiano. Oggi, grazie alla determinazione di madre e sorella, commemorarlo significa continuare la sua lotta nonviolenta, anche attraverso le attività della Fondazione Vik Utopia

di Daniele Biella

E’ tempo di festa. “E’ quello che avrebbe voluto Vittorio: portare avanti il suo impegno, i suoi ideali, senza rassegnarsi ma continuando a lottare”, sono concordi amici, parenti, conoscenti di Vittorio Arrigoni, assassinato da estremisti islamici nella Striscia di Gaza tre anni fa, il 15 aprile 2011. Nessuna irriverenza: in occasione del terzo anniversario, domenica scorsa a Bulciago, Lecco, terra natia di Vik Utopia (come si firmava), le almeno mille persone giunte da tutta Italia in suo ricordo avvertivano che nell’aria stava accadendo qualcosa di magico: la commozione rimaneva tanta, ma il dolore lasciava via via spazio alla tenerezza degli abbracci, degli incontri, e soprattutto alla determinazione a far proprio il messaggio di pace di Vittorio, volontario nonviolento in zone di povertà e conflitto per buona parte della sua vita. Alessandra, la sorella, ed Egidia Beretta, la madre e sindaco del paese brianzolo (il padre è morto per malattia pochi mesi dopo l’uccisione del figlio), hanno organizzato in prima persona l’evento, con l’aiuto di molti amici. E anche loro (in foto), sono riuscite a sorridere, forse per la prima volta in tre anni davvero leggere, come le centinaia di palloncini con i colori della bandiera palestinese che si sono liberate nell’aria alla fine della giornata.

Tre anni dopo, Vittorio vive anche nella Fondazione Vik Utopia onlus: istituita a sua memoria da madre e sorella nel maggio 2012, “vuole essere espressione concreta, segno e testimonianza dei valori di solidarietà che hanno ispirato la vita di Vittorio”. Come? Per ora attraverso il cofinanziamento di due progetti: con Debra italia onlus ha sostenuto un'azione di integrazione sociale e lo sviluppo delle abilità intellettuali dei minori affetti da Epidermolisi Bollosa (malattia genetica rara spesso definita ‘Sindrome dei bambini farfalla’) nella Striscia di Gaza. “La scarsa conoscenza della malattia comporta l'isolamento delle persone colpite e delle loro famiglie. Una volta diagnosticata la malattia nei primi giorni di vita, i bambini di Gaza restano confinati all’interno del nucleo familiare”. Tramite la Fondazione è nata un’associazione locale di supporto ai pazienti e alle loro famiglie, la fornitura di materiale per le medicazioni della pelle, programma di visite a domicilio dei pazienti, un programma estivo di attività ludico- ricreative per i minori e di incontri di socializzazione tra i pazienti e i loro familiari e un programma di integrazione scolastica.

Tratta il diritto alla salute anche il secondo progetto cofinanziato da Vik Utopia onlus: nello specifico, la Fondazione ha supportato l’associazione Sunshine4Palestine nel costruire un  impianto fotovoltaico per rendere energeticamente indipendente 24 ore al giorno il Jenin Charity Hospital di Gaza, spesso senza elettricità. Un primo modulo di 56 pannelli, finanziato in toto dalla Fondazione, è già stato installato sul tetto dell’ospedale che grazie a questa azione dispone oggi di otto ore al giorno di elettricità in autonomia.


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