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Bonus 80 euro, per Coldiretti solo 1 su 4 li userà per il cibo

Acquisti alimentari ai livelli del 1981 con un crollo nei primi mesi del 2014. I dati nell'indagine Coldiretti/Ixè "La crisi nel piatto degli italiani nel 2014". Gli italiani dicono addio alla dieta mediterranea: comprano meno pasta, olio extravergine e pesce

di Redazione

Come spenderanno gli 80 euro in più in busta paga gli italiani che riceveranno il bonus deciso dal governo Renzi? A chiederselo Coldiretti che grazie a un’indagine Coldiretti/Ixè elaborata per l’occasione è in grado di dare una prima risposta.
Dalle risposte emerse e presentate con il dossier “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014”, dal presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo al teatro Palapartenope di Napoli la maggioranza (38%) utilizzerà i soldi per far fronte alle spese familiari (bollette in scadenza, tasse, visite mediche) mentre un 18% metterà gli 80 euro da parte per risparmiare, un 15% li utilizzerà per acquisti non food e un 8% per pagare debiti. Un 18% utilizzerà il bonus sul fronte alimentare: un 4% lo spenderà per andare più spesso a mangiare fuori casa, mentre il 14% punterà a una spesa migliore.

Arretrano gli acquisti alimentari che tornano ai livelli minimi del 1981. Coldiretti osserva in un comunicato che se nei primi anni della crisi gli italiani hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, una volta toccato il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost, ma ad alto rischio. Di fatto – secondo l’indagine Coldireti/Ixè- è tornata l’economia domestica con quasi tre famiglie su quattro (73%) che hanno tagliato gli sprechi a tavola, l’80% che fa la spesa in modo più oculato, e il 26% riducendo le dosi acquistate.

«Una leggera inversione di tendenza positiva è attesa per la seconda parte del 2014 perché – continua la Coldiretti – sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese per alcune categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante del proprio reddito all’acquisto del cibo». Una svolta che non si vede ancora dal momento che nei primi due mesi del 2014 è crollata la spesa a tavola degli italiani che dicono addio alla dieta mediterranea, dalla pasta (-5%) all’extravergine (-4%), dal pesce (-7%) alla verdura fresca (-4%) rispetto allo stesso periodo del  2013. Coldiretti ricorda che gli acquisti di pasta degli italiani però erano già diminuiti in valore dell’8% nel 2013 rispetto all’anno precedente mentre il pesce fresco aveva subito una contrazione nella spesa addirittura del 19%, l’extravergine del 6% e l’ortofrutta del 2.

Nel 2014 si è toccato il fondo – precisa la Coldiretti – con i prodotti della dieta mediterranea che sono quelli a subire il maggiore taglio della spesa alimentare che in media è stato pari al 2% e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi al primo bimestre dell’anno. Cambia anche il livello qualitativo degli alimenti acquistati con una tendenza a preferire i cibi a basso prezzo che non sempre offrono le stesse garanzie di qualità alimentare.
La vera sorpresa viene però dal ritorno in Italia della spesa dal contadino nelle fattorie o nei mercati degli agricoltori dove nel 2013 hanno fatto acquisti ben 15 milioni di italiani con un aumento del 25% rispetto all’anno precedente, in netta controtendenza con la crisi dei consumi, secondo l’analisi Coldiretti/Ixè.

Sono oltre 1200 i mercati degli agricoltori presenti in tutte le regioni grazie alla fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti che ha realizzato la più vasta e capillare rete di vendita realizzata dagli agricoltori del mondo che può contare su fattorie, botteghe e mercati che coinvolgono 28mila agricoltori con prodotti coltivati su circa 280mila ettari.
«I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione sociale, animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e il luogo di produzione, tra città e campagna», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «oltre all’ottimo rapporto prezzo/qualità il segreto del successo sta nella sincera volontà di un numero crescente di cittadini di aiutare con i propri atti di acquisto il lavoro e l’economia nazionale e di comportarsi in modo sostenibile per la società e l’ambiente».
 


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