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Giovani e infelicità: chi non studia né lavora è a rischio

L'Istituto Toniolo mette sotto la lente i "Neet", ovvero i 2,4 milioni di ragazzi italiani che non vanno a scuola né hanno un lavoro, e scopre il loro disagio emotivo: mentre tre giovani occupati su quattro sono "felici", la metà dei Neet non lo è. Ancora più preoccupante il dato sulla fiducia nel prossimo: il 75% dei non-occupati non ne ha per niente

di Gabriella Meroni

Li chiamano Neet, nuova definizione che fa molto “internescional” per un fenomeno noto da sempre: i giovani disoccupati. O i dropout, come vorrebbe un'altra definizione inglese, che identifica i giovani disoccupati che sono tali perché hanno lasciato la scuola, e non riescono a trovare lavoro. In Italia, complice la crisi e il mancato collegamento tra scuola e mondo del lavoro, hanno raggiunto quota 2,4 milioni, pari al 26 % dei giovani tra i 15 e i 29 anni (erano il 19% nel 2007: solo Bulgaria e Grecia presentano valori peggiori dei nostri). Un esercito che rischia la marginalizzazione cronica, caratterizzata non solo da deprivazione materiale e carenza di prospettive ma anche di depressione psicologica e disagio emotivo.
Stando infatti al Rapporto Giovani, la grande indagine curata dall'Istituto Toniolo in collaborazione con Ipsos e il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo, qusti ragazzi sono anche molto più infelici dei loro coetanei che invee studiano o lavorano. Mentre i "non Neet" si dichiarano abbastanza o molto felici in misura di tre su quattro, tra i Neet il valore precipita: oltre uno su tre tra le donne e quasi uno su due tra gli uomini si dichiara per nulla o poco felice.
A conferma di questo dato vengono le risposte sulla "fiducia nelle persone". In generale è poca per tutti giovani, ma se tra le "non Neet" meno di una su tre afferma che gran parte delle persone è degna di fiducia, tra le Neet si scende a una su quattro. Nelle donne il senso di isolamento è particolarmente avvertito. Meglio la situazione tra i maschi, ma non di molto (64%).
Se si chiede di esprime il grado di fiducia verso le persone più vicine e con le quali più si interagisce nella propria quotidianità l'80% dei "non Neet" si dichiara fiducioso, mentre tra i Neet i valori sono di ben 10 punti percentuali più bassi: 70,4% tra i maschi, 67,7% tra le femmine. Questo sta ad indicare che nonostante le difficoltà oggettive e un quadro sociale considerato sfavorevole, la realtà meno logorata resta quella della comunità più stretta, le relazioni amicali e familiari. Sono queste l'unico vero sostegno, ma per quanto ancora? L'indagine è stata condotta tra fine 2013 e inizio 2014 su un campione di 2350 giovani di età 19-29 anni.
 


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