Politica & Istituzioni

Nel mondo 2,2 miliardi di poveri. Il rapporto dell’Undp

Pubblicato oggi il Rapporto sullo sviluppo umano 2014 dal titolo "Rendere durevole il progresso umano: ridurre la vulnerabilità e rinforzare la resilienza". Crisi finanziarie e catastrofi naturali mettono a rischio altri 800 mln di persone

di Antonietta Nembri

Sono 2,2 miliardi le persone povere o al limite dell’indigenza. A dirlo è il rapporto sullo sviluppo umano 2014 diffuso oggi dall’Undp (il programma delle Nazioni unite per lo sviluppo).  Secondo questo studio persistenti vulnerabilità minacciano lo sviluppo umano e, con l’assenza di un approccio sistematico tramite politiche e regolamentazioni sociali, i progressi non saranno mai equi o durevoli.
Il report è intitolato: “Rendere durevole il progresso umano: ridurre la vulnerabilità e rinforzare la resilienza” (in allegato in inglese).

Sono 1,2 miliardi le persone che nel mondo vivono con 1,25 dollari al giorno o meno. Ma secondo le ultime stime dell’indice della povertà multidimensionale (Ipm) dell’Unpd sono 1,5 miliardi le persone – in 91 Paesi in via di sviluppo – che vivono in situazione di povertà sottolineata da carenze nel campo della sanità, dell'educazione e del livello di vita. Oltretutto sono 800 milioni le persone che rischiano di cadere in povertà a causa di una crisi finanziaria, un disastro naturale o per altre cause come politiche pubbliche inefficaci.

Due le tesi portate avanti dal rapporto: la prima è che il miglioramento e la protezione durevole delle scelte individuali, delle competenze sociali sono essenziali; la seconda è che le strategie e le politiche di sviluppo umano devono puntare a ridurre la vulnerabilità e a rinforzare la resilienza
Da tenere presente che circa l’80% della popolazione mondiale non ha accesso a una protezione sociale completa; mentre il livello della possibilità di sviluppo femminile è inferiore dell’8% a quello maschile. Ed è l’Africa Sub-Sahariana l’area in cui si registra il più alto livello di diseguaglianza, mentre i Paesi in cui si registra maggior parità sono la Finlandia, la Norvegia, la Repubblica Ceca e l’Islanda.

Questo report 2014 sullo sviluppo umano viene pubblicato in un momento chiave del dibattito sulla creazione di una nuova agenda per lo sviluppo dopo lo scadere degli obiettivi del Millennio per lo sviluppo nel 2015.
Vi si sottolinea che «ridurre la povertà e la vulnerabilità delle popolazioni deve diventare l’obiettivo centrale del programma per il dopo 2015. L’eliminazione della povertà non si limita a puntare al raggiugimento del tasso di povertà zero, ma a mantenerlo».

Il rapporto dell’Unpd mette in guardia contro le diseguaglianze crescenti come le “vulnerabilità strutturali” che resistono. Tra tutti donne e disabili i più a rischio.  Quindi “mettere al centro della nostra agenda per lo sviluppo la riduzione di queste vulnerabilità costituisce il solo modo per assicurarci che il progresso resista e sia durevole. Assicurare una protezione sociale di base ai poveri del mondo intero – sottolinea il rapporto – costerebbe meno del 2% del Pil mondiale”.
 


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