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Cooperazione & Relazioni internazionali

Francesco: «Fermate il dramma umanitario in Iraq»

Il Pontefice si è rivolto alla comunità internazionale perchè intervenga nella regione. Sono 100 ila infatti i cristiani in fuga dalla persecuzione dello Stato islamico

di Redazione

Papa Francesco rivolge un «pressante appello alla comunità internazionale» affinchè «si attivi per porre fine al dramma umanitario in atto in Iraq», per il quale esprime «viva preoccupazione per le drammatiche notizie che giungono dal Nord del Paese e che interessano popolazioni inermi». Il Papa sottolinea che «particolarmente colpite sono le comunità cristiane: è un popolo in fuga dai propri villaggi, a causa della violenza che in questi giorni sta imperversando e sconvolgendo la regione».

Nel suo appello alla comunità internazionale, Papa Francesco chiede che «ci si adoperi per proteggere quanti sono interessati o minacciati dalla violenza e per assicurare gli aiuti necessari, soprattutto quelli più urgenti, a così tanti sfollati la cui sorte dipende dalla solidarietà altrui». Il Papa «alla luce degli angosciosi eventi» rinnova la sua «vicinanza spirituale a quanti stanno attraversando questa dolorosissima prova» e si unisce agli appelli accorati dei vescovi locali, chiedendo che «per le loro comunità tribolate, salga incessante da tutta la Chiesa una preghiera corale per invocare il dono della pace».

Alla tragedia dell'Iraq e in particolare della comunità cristiana, Francesco aveva dedicato la preghiera dell'Angelus del 20 luglio scorso, ricordando che «i nostri fratelli sono perseguitati, sono cacciati via e devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente con loro. A queste famiglie e a queste persone voglio esprimere la mia vicinanza e la mia costante preghiera: so quanto soffrite, so che siete spogliati di tutto e sono con voi nella fede nel Signore che ha vinto il male». Facendo «appello alla coscienza di tutti e ad ogni credente», il Papa invoca che «il Dio della pace susciti in tutti un autentico desiderio di dialogo e di riconciliazione. La violenza non si vince con la violenza -ribadisce Francesco- la violenza si vince con la pace: preghiamo in silenzio, chiedendo la pace».

Il Patriarca caldeo: «Rischio genocidio»
Sono centomila i cristiani in fuga dal nord dell'Iraq, davanti all'avanzata dello Stato islamico, e il rischio è quello di un genocidio. A denunciarlo è il patriarca caldeo di Baghdad, Mar Louis Raphael I Sako, raccontando ad Asianews che «nella notte i miliziani dell'Isil hanno attaccato con colpi di mortaio molti dei villaggi della piana di Ninive, e ora hanno assunto il controllo dell'area». «I cristiani, centomila circa, in preda all'orrore e al panico hanno abbandonato i loro villaggi e le loro case, con niente in mano se non i vestiti che avevano indosso», ha detto, parlando di «esodo, di una vera via crucis, con i cristiani in marcia a piedi, nella torrida estate irakena, verso la salvezza nelle città curde di Erbil, Duhok e Soulaymiya». Fra loro, secondo il patriarca, «vi sono anche malati, anziani, bambini e donne incinte, che stanno affrontando una catastrofe umanitaria e vi è un rischio concreto di genocidio. Hanno bisogno di cibo, acqua e riparo».



Leader religiosi: «Nemmeno Genghis Khan come lo Stato islamico»
Donne vendute come schiave sessuali, bambini lasciati morire per fame e sete, esponenti di minoranze religiose uccisi a freddo per non aver rinunciato alla propria fede. «Nemmeno Genghis Khan aveva fatto tanto», denunciano i leader religiosi iracheni in riferimento alle violenze perpetrate dallo Stato islamico. Tra le minoranze colpite spiccano i cristiani, gli yazidi, gli sciiti. «Veniamo massacrati. Stiamo per essere sterminati. Un'intera religione sta per essere eliminata dalla faccia della Terra. In nome dell'umanità, salvateci», dice Vian Dakhil, unica deputata della minoranza yazida nel Parlamento iracheno, in un video diffuso dal Washington Post. «Ci sono bambini che stanno morendo per le strade, sulle montagne», dove gli esponenti della comunità yazida sono fuggiti dopo che i jihadisti dello Stato islamico hanno conquistato domenica Sinjar, denuncia il rappresentante dell'Unicef in Iraq Marzio Babille. Nel mirino dei jihadisti c'è poi la minoranza cristiana in Iraq. «Tutti i villaggi cristiani della piana di Niniveh sono caduti nelle mani dello Stato islamico», ha denunciato l'arcivescovo di Baghdad Saad Siroub lamentando «l'impotenza del governo iracheno di fronte all'avanzata» dei jihadisti.


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