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Famiglia & Minori

Tratta e sfruttamento minori, cifre in crescita

Sempre più minori a rischio di sfruttamento, 28.000 in attività lavorative, 9.600 minori stranieri non accompagnati nel 2014, Save the Children diffonde il Dossier 2014 “Piccoli schiavi invisibili – I volti della tratta e dello sfruttamento”

di Redazione

Prima di arrivare in Italia la mia vita era molto difficile, non avevo da mangiare e dormivo fuori casa da quando avevo 5 anni perché i miei genitori mi picchiavano. Una mia vicina di casa mi ha proposto di venire in Italia e mi ha detto che mi avrebbe trovato un lavoro, così ho deciso di partire. Sono arrivata in Italia il giorno del mio diciassettesimo compleanno e quel giorno lei mi ha detto: “adesso andiamo a fare i soldi”. Maria, 18 anni, romena

Sono 5,5 milioni i minori vittime di lavoro forzato o tratta ai fini di sfruttamento sessuale e lavorativo nel mondo (dati ILO 2012), un fenomeno complesso che nasconde un’ampia realtà sommersa che non rientra nelle statistiche ufficiali. Nel 2010, in Europa, erano oltre 9.500 le vittime accertate o presunte di tratta, di cui il 15% costituito da minori (il 12% ragazze ed il 3% da ragazzi), con un incremento pari al 18% nel triennio 2008-2010 (dati Eurostat 2013).

Se l’Italia nel 2010 risultava tra i paesi europei con il record negativo di 2.400 vittime (sesto posto fra i paesi Ue per percentuale di vittime identificate e presunte ogni 100.000 abitanti), circa il solo ambito del lavoro, secondo la ricerca Game Over -Indagine sul lavoro minorile in Italia- pubblicata nel 2014 da Save the Children e Associazione Bruno Trentin, si segnalano 28.000 i minori tra i 14 e i 15 anni (sia italiani che stranieri) coinvolti in attività definibili a rischio di sfruttamento, svolte in contesti familiari (43%) o, se esterni, principalmente nei settori della ristorazione (43%), dell’artigianato (20%) e del lavoro in campagna (20%).

Al di là dei numeri, secondo le informazioni raccolte da Save the Children dagli operatori del settore, dai rappresentanti istituzionali e dagli stessi minori sul territorio nazionale nell’ambito dei progetti realizzati dall’Organizzazione, le violazioni dei diritti e le violenze di ogni tipo subite da bambini e adolescenti vittime o a rischio di tratta e sfruttamento anche in Italia sono gravi e impressionanti. Ne sono un esempio le ragazze tra i 16 e i 17 anni originarie dei paesi dell’Est, trasferite o attirate in Italia per essere sfruttate sessualmente o coinvolte in attività illegali o rese vittime di matrimoni precoci nei quali devono ripagare ai suoceri il prezzo sostenuto per il loro “acquisto” dalla famiglia di origine; le minori nigeriane, che partono dal loro paese con la promessa di un lavoro che non si avvererà mai e i minori stranieri non accompagnati arrivati nel nostro Paese via mare, già segnati da ferite profonde per le violenze subite in viaggi spesso lunghi e terribili.  

Sono questi alcuni dei volti tracciati da Save the Children, l’Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti, nel dossier “Piccoli Schiavi invisibili – I volti della tratta e dello sfruttamento” presentato in occasione della vigilia della Giornata Internazionale di Commemorazione della Tratta degli Schiavi e della sua Abolizione.

“Li abbiamo voluti chiamare volti perché vogliamo andare oltre ai numeri che riguardano gli ingressi, il transito o le presenze sul territorio italiano, per comprendere invece chi sono questi bambini e adolescenti e cosa accade nelle loro vite: ogni numero è un volto, spesso già sfregiato quando arriva nel nostro Paese” ha dichiarato Carlotta Bellini, Responsabile Protezione Minori di Save the Children Italia.
E ancora “Il contatto quotidiano con le storie terribili di bambini e adolescenti vittime o a rischio di tratta e sfruttamento ci spingono a chiedere con forza al Governo Italiano di mantener fede all’agenda delle priorità di intervento stabilite per il semestre di Presidenza dell’Unione che include il sostegno di una strategia europea di prevenzione e contrasto della tratta di esseri umani”.

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