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«Chi erano le nostre sorelle uccise in Burundi»

Così il sito dell’ordine delle suore saveriane ricorda Lucia Pulici, Olga Raschietti e Bernardetta Boggian uccise tra il pomeriggio e la notte di ieri, nella loro casa, nel quartiere più disagiato di Bujumbura

di Redazione

«Le nostre sorelle Bernardetta, Olga e Lucia sono state uccise nella loro casa a Kamenge, in Burundi». È l’annuncio che compare in home page sul sito dell’ordine delle suore saveriane. «Oggi, festa della natività di Maria, sarebbe stato il compleanno di Lucia Pulici, il suo 75°, dopo che, il 2 luglio scorso, aveva festeggiato i 50 anni della sua professione religiosa e missionaria.

Lei e Olga Raschietti,  Bernardetta Boggian sono state uccise tra il pomeriggio e la notte di ieri, nella loro casa, nel quartiere più disagiato di Bujumbura «dove da alcuni anni erano presenti, dando con gioia la loro presenza e le loro ultime forze alla popolazione di questa periferia di Bujumbura, in Burundi. Ci invitano a non lasciare che il dolore abbia l’ultima parola».

Le Saveriane avevano cominciato una piccola comunità a Bururi in Burundi già nel 1961 impegnandosi soprattutto nel campo sanitario: dispensario, maternità e con i lebbrosi. Nel 1984 per motivi politici, sono state costrette a lasciare il Paese. Ritorneranno nel 2000 con una piccola presenza per continuare l’ attività sanitaria e di promozione della donna.

«La prima sfida che ci interpella mi sembra sia la difesa di popoli umiliati, calpestati nei loro diritti, la denuncia dello sfruttamento dei beni di questi Paesi. È pure pressante il problema dell’alfabetizzazione, via maestra per la lotta contro la povertà. L’Africa ha bisogno di giustizia, di maggior equità e di buongoverno». Così aveva scritto l'anno scorso suor Bernardetta Boggian per il sito internet delle Saveriane Missionarie di Maria. E poi proseguiva: « L’Africa che ho incontrato ha rafforzato in me la fiducia in Dio; mi ha colpita l’accoglienza cordiale, la gioia di condividere con l’ospite il poco che c’è, la gioia dell’incontro, senza calcoli di tempo. Da qualche anno mi trovo in Burundi a Kamenge, una zona periferica molto popolata della città di Bujumbura. Sono contenta di appartenere a questa comunità cristiana che è attenta e si fa vicina ai poveri. E bello vedere al sabato e alla domenica le mamme delle comunità di base che si avviano con i loro cesti sulla testa verso la prigione per visitare i prigionieri e portare loro un po’ di cibo».

Tra l’altro da pochi giorni era terminato a Parma il IX Capitolo generale della Congregazione, a cui avevano preso parte alcune suore della missione burundese. Ventisei suore, di cinque nazionalità e provenienti dai diversi paesi ove le Saveriane sono presenti, si sono riunite a partire dal 7 agosto per valutare il percorso del sessennio 2008-2014, considerare la situazione attuale e programmare il cammino dei prossimi sei anni. «Come tante Congregazioni, sentiamo in questi anni la nostra piccolezza perché ben poche sono le giovani che vengono a condividere questa scelta», si legge nel comunicato finale.


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