Economia & Impresa sociale 

USA: in arrivo un bond islamico

Il colosso bancario americano Goldman Sachs è in procinto di emettere negli Stati Uniti il suo primo bond islamico, ovvero il sukuk

di Marco Marcocci

Il colosso bancario americano Goldman Sachs è in procinto di emettere negli Stati Uniti il suo primo bond islamico, ovvero il sukuk. Secondo il Financial Time la banca statunitense potrà contare su investitori di Paesi che praticano la finanza islamica, quali il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. La struttura dell’obbligazione shariah compliant made in Goldman prevede una durata quinquennale e un importo complessivo di 500 milioni di dollari e rientra nella strategia della banca d’affari di Wall Street orientata a diversificare le proprie fonti di raccolta.

Va sottolineato comunque che l’emissione dei sukuk inizia ed essere una prassi che va sempre più consolidandosi in molti Paesi non musulmani.

Lo scorso giugno nel Regno Unito si è registrata la prima emissione di un bond islamico di un Paese occidentale che ha fruttato una raccolta di circa 200 milioni di sterline e sempre in Europa il Lussemburgo sta strutturando un bond del valore di 200 milioni di euro. E’ comunque Londra che sta lavorando da tempo alla luce del sole per diventare l'hub occidentale della finanza islamica. Durante il World Islamic Economic Forum, svoltosi ad ottobre 2013 a Lontra, il primo ministro britannico David Cameron aveva annunciato il possibile approdo alla borsa londinese dei “sukuk”, ossia i bond islamici. Agli occhi degli osservatori internazionali, l’obiettivo di Cameron era duplice. Da una parte quello politico volto ad instaurare legami più solidi tra la Gran Bretagna ed il mondo islamico mediante la finanza, dall’altro quello prettamente economico e finanziario che mira ad attrarre su Londra gli ingenti capitali che gravitano nella finanza islamica, petroldollari in primis.

Per la cronaca, la Turchia a settembre del 2012 emise un “sukuk” e società inglesi, tramite le proprie filiali in Medio Oriente e nel Sud Est asiatico hanno già emesso dei bond islamici.

Nel Continente Nero è il Sudafrica che sta per emettere questo genere di obbligazione insieme con il supporto di BNP Paribas, Standard Bank e KFH Investment del Kuwait. Rimanendo sempre in Africa, Gambia e Sudan avevano emesso sukuk per attirare i cospicui capitali dei Paesi del Golfo.

Spostandosi in Asia il governo di Hong Kong sembra essere in dirittura d’arrivo per il proprio bond islamico che avrà una valenza quinquennale e un importo compreso tra 500 milioni e un miliardo di dollari.
Ma cosa sono i sukuk? In pratica altro non sono che strumenti shariah compliant simili ai prodotti strutturati, ampiamente utilizzati dalla finanza convenzionale negli ultimi anni.

Il termine “sukuk” è il plurale della parola araba sakk il cui significato è “certificato” e la loro struttura è molto simile ad un’operazione di cartolarizzazione.

I fondi raccolti con i sukuk serviranno per finanziare progetti conformi alla shariah e gli investitori tramite la società “veicolo” (Special pur pose vehicle – Spv) stipulano con l’originator dell’operazione, cioè colui che ha bisogno dei fondi, un contratto proprio della finanza islamica come il mudàraba, mushàraka, ijàra, etc… A seconda di questa struttura contrattuale i “sukuk”  sono classificati in varie categorie.
In Italia? Per ora nei supermercati troviamo i prodotti alimentari halal, per la finanza ci vorrà più tempo!


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