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Cooperazione & Relazioni internazionali

Isis: iniziati i raid Usa in Siria

Con l'avvallo di Damasco sono partiti i raid Usa. Nelle azioni militari gli americani sarebbero aiutati da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania e Baherein. Colpiti gli obiettivi Isis. Almeno otto le vittime civili

di Marco Marcocci

«Le forze militari Usa e delle Nazioni partner stanno conducendo azioni militari contro terroristi dell'Isis in Siria», con queste parole l’ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono, ha annunciato l’inizio dei raid in territorio siriano. Il portavoce ha aggiunto inoltre che «poiché le operazioni sono in corso non siamo al momento in posizione di fornire altri dettagli».
Sembra comunque che dietro al generico “Nazioni partner” impiegate nelle azioni militari in atto si celino l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Giordania e il Baherein.

Secondo quanto riferito dall’Ong Osservatorio siriano dei diritti umani, sarebbero più di venti i miliziani dell’Isis uccisi negli attacchi della notte scorsa in territorio siriano, condotti sia con raid aerei sia con missili Tomahawk lanciati dalle navi.
Rimane un compito arduo ricostruire lo scenario delle ultime ore. Molte agenzie di stampa internazionali, riprendendo quanto reso noto dall’U.S. Central Command (Centcom), hanno battuto che i raid contro le postazioni dell’Isis sono iniziati per impedire “un imminente attacco” contro gli interessi degli Stati Uniti e dell'Occidente preparato da un gruppo di reduci di al Qaeda. In particolare si tratta del gruppo Khorasan, guidato “esperti veterani di al Qaeda” che ha trovato rifugio in Siria. Complessivamente sarebbero stati colpiti otto obiettivi di Khorasan che viene dipinto dai media americani come uno tra i gruppi più pericolosi riconducibili allo Stato Islamico.

L’azione mirata su Khorasan è confermata anche dal sito internet del quotidiano panarabo al Hayat che precisa che i raid si sono concentrati nella zona a ovest di Aleppo. Infine fonti locali parlano di obiettivi dell’Isis colpiti nella provincia a maggioranza curda di Hasake, nel nord-est siriano.
Purtroppo anche questa volta a farne le spese è stata anche la popolazione e si parla di almeno otto vittime tra i civili.

L’intervento in suolo siriano delle forze alleate guidate dagli americani è stato avallato da Damasco che in un comunicato diffuso dalla TV siriana ha dichiarato che il regime siriano sostiene ogni tipo di sforzo per combattere il terrorismo. Così anche i dubbi della Russia, che chiedeva l’ok della Siria per i raid sul proprio territorio, sono stati sciolti.

Infine a complicare ulteriormente il già difficile scenario mediorientale delle ultime ore, sono arrivate altre due notizie.
La prima diffusa dalla TV Manar del movimento Hezbollah, i cui miliziani jihadisti da due anni combattono attivamente in Siria a fianco delle forze di Damasco, secondo la quale l’aviazione siriana ha condotto raid lungo il confine con il Libano contro presidi di miliziani anti-regime arroccati sull'altopiano del Qalamun.
La seconda, confermata dal regime siriano, in base alla quale Israele ha abbattuto un velivolo militare siriano sulle Alture occupate del Golan. Ha trovato conferma, quindi, quanto prima annunciato da un portavoce militare israeliano che aveva affermato che «un velivolo siriano si è infiltrato nello spazio aereo israeliano ed è stato intercettato dai sistemi di difesa Patriot».
 


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