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Le richieste di Sos Villaggi dei Bambini all’assemblea Onu

A New York, nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Sos Villaggi dei Bambini chiede di «Integrare immediatamente i bambini privi di cure familiari nell’Agenda Post-2015». Focus sugli obiettivi di sviluppo perché non lascino indietro nessuno

di Antonietta Nembri

«Sia che si parli di povertà, sia che si parli di violenza, la disuguaglianza vissuta dai bambini più vulnerabili è inaccettabile», ha detto Paula Guillet de Monthoux, Ceo di Sos Villaggi dei Bambini in Danimarca intervenendo, il 23 settembre, alla tavola rotonda "Garantire lo sviluppo sostenibile: fare delle azioni civili un ordine del giorno per l’Agenda Post-2015”, convocata da Sos Villaggi dei Bambini a New York, durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, insieme a Save the Children, ChildFund, World Vision, Unicef, Plan International e ai Governi di Ecuador e Danimarca. «Credo che se vogliamo creare uno Sviluppo davvero Sostenibile, l'Agenda post-2015 dovrebbe posizionare al centro i diritti e le esigenze dei bambini e dei giovani. Questo è un obiettivo comune di tutte le Organizzazioni che si occupano di infanzia» ha aggiunto Guillet de Monthoux.
Nell’occasione Sos Villaggi del Bambini ha presentato la pubblicazione “Un investimento solido: l’integrazione dei bambini privi di cure nel quadro di sviluppo post-2015”.

Il ministro dello Sviluppo sociale dell'Ecuador, Cecilia Vaca, ha sottolineato come il suo Governo abbia focalizzato l’attenzione sull’uguaglianza e sull’equità. L’Ecuador ha aumentato la partecipazione sociale, in quantità e qualità, partendo proprio dall’infanzia e dai più poveri e vulnerabili. «Sono proprio i fallimenti dello Stato nel sostegno alla prima infanzia che conducono alla povertà e alla disuguaglianza, con impatti sociali importanti», ha detto.
«Come possiamo garantire che l'Agenda post-2015 miri a migliorare la vita dei più vulnerabili ed emarginati? I numeri sono impressionanti: l'8% del mondo guadagna la metà del reddito del mondo, e il restante 92% condivide il resto», sostiene Mette Thygesen, Vice Capo del Dipartimento della politica di sviluppo e della cooperazione globale, del governo danese. «Ridurre le disuguaglianze è una priorità per il nostro Governo. La disuguaglianza è radicata nella discriminazione e nella negazione dei diritti umani fondamentali. Senza uguaglianza, la coesione sociale soffre, e senza coesione sociale lo sviluppo diventa impossibile. Le prestazioni sociali in favore dei più svantaggiati possono garantire una vita migliore per tutti».

«Il 47% della popolazione mondiale che vive con meno di 1 dollaro al giorno sono bambini. È inaccettabile» ha sottolineato Alexandra Yuster di Unicef «Questo ha conseguenze profonde e drammatiche su tutti. Le disuguaglianze colpiscono prevalentemente individui e gruppi che già soffrono della  privazioni dei diritti umani».
Tra queste “privazioni” c’è la perdita temporanea o permanente di un ambiente familiare amorevole. «Il tipo di accoglienza in cui i bambini crescono rappresenta un indicatore chiave per la situazione di svantaggio, proprio come la ricchezza, il sesso e il luogo di provenienza», ha ribadito Paula Guillet de Monthoux. «I bambini che non hanno o che sono a rischio di perdere le cure familiari sono svantaggiati rispetto alla popolazione in termini di istruzione, sanità, occupazione e integrazione sociale. Essi diventano facile bersaglio di violenze, abusi e abbandono e soffrono di grave deprivazione emotiva. Senza affrontare le vulnerabilità specifiche, qualsiasi obiettivo futuro sullo sviluppo rischia di non essere raggiunto. Dobbiamo farci portavoce di questi bambini e di tutti i gruppi vulnerabili ai Tavoli nei prossimi mesi, in modo che essi vengano integrati nell’Agenda Post-2015. Occorre che gli Stati membri delle Nazioni Unite definiscano politiche efficaci per restringere il divario tra coloro che godono di migliori opportunità e coloro che rimangono emarginati o esclusi».
 


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