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Terre des Hommes: Servono canali regolari per i profughi

Un anno dopo le due stragi del 3 e 11 ottobre 2013, sono aumentati di molto i decessi in mare: “L’unica priorità è salvare vite. Il resto sono parole”, indica l’ong in prima linea nel supporto a chi arriva sulle coste italiane

di Redazione

Ad un anno dai tragici naufragi di Lampedusa, che hanno evidenziato la pericolosità di lasciare in mano dei trafficanti la gestione dei flussi migratori, Terre des Hommes ritorna a chiedere al Governo Italiano e all’Unione Europea l’istituzione di canali regolari d’ingresso nel nostro continente per chi fugge da guerre, cataclismi e povertà.  “Noi eravamo lì in quei dolorosissimi giorni, impegnati a svolgere un compito estremamente delicato che non avremmo mai voluto dover affrontare. Abbiamo offerto la nostra assistenza psicologica nel momento del riconoscimento di chi non ce l’ha fatta e questo è qualcosa che nessuno, anche un professionista, vorrebbe essere chiamato a fare. Soprattutto quando le tragedie sono annunciate”, dichiara Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes. “Il miglior modo per onorare queste e le altre migliaia di profughi inghiottiti dal mare in questi anni è assicurare dei corridori umanitari per i migranti, fornendo così un'alternativa legale alla mafia dei trafficanti, il resto sono solo parole. Se Eritrei, Siriani, Somali, Palestinesi e gli altri popoli in fuga da guerra e persecuzioni potessero fare richiesta di ingresso tramite le ambasciate dei paesi europei non dovrebbero rischiare la vita in mare o nei Paesi di transito e i nostri governi potrebbero risparmiare vite e risorse”.

“Scardinare il meccanismo perverso che favorisce il traffico di esseri umani vuol dire togliere liquidità alle reti criminali che ne traggono enormi profitti, e ridurre i conseguenti effetti negativi sull’economia italiana e internazionale”, rilancia Raffaele Salinari, presidente della Federazione Internazionale Terre des Hommes. “Come ribadirò il 3 ottobre alla conferenza internazionale dell’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni, la tragedia di Lampedusa ha portato alla ribalta una situazione che non possiamo più definire “un’emergenza”, bensì è la conseguenza di una serie di fattori strutturali, politici e ambientali, che partono dalle diseguaglianze economiche Nord/Sud del mondo, combinati a politiche migratorie europee – interne o esterne – incoerenti, parziali, poco europeizzate, e dettate ancora da ottiche/interessi nazionali”.

Attualmente Terre des Hommes opera con il progetto Faro nel centro di Prima Accoglienza per Minori non accompagnati Papa Francesco di Priolo Gargallo (Siracusa) per dare loro assistenza e sostegno psicologico, attraverso colloqui, attività psicosociali e ludiche.  Durante l’estate il servizio di consulenza psicologica e di assistenza psicosociale della ong è stato esteso ad altri centri: il Cpsa ‘La Forza della Vita’ a Portopalo di Capo Passero, ‘Le Zagare’ di Melilli, e la Scuola “Verde” di Augusta.

Il progetto rientra nella Campagna “Destination Unknown” della Federazione Internazionale Terre des Hommes per la protezione dei bambini migranti (children on the move) nel mondo in fuga da guerre, povertà e violenze, che secondo i dati più recenti sono quasi 35 milioni (fonte UN). L’intervento è reso possibile grazie ai fondi di Terre des Hommes Lussemburgo – Ministero degli Esteri del Lussemburgo e diverse altre Terre des Hommes: Losanna, Olanda, Germania e Basilea cui si aggiunge il supporto della catena d’abbigliamento C&A.


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