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Scn e stranieri: la parola alla Corte Costituzionale

Secondo la Cassazione l'esclusione degli stranieri è in contrasto con gli articoli 2 e 3 della Costituzione. Soddisfatti Apn e Asgi che avevano dato il via all'ìter giudiziario nel 2012. Cnesc e Fnsc invitano la politica a non lavarsene le mani

di Antonietta Nembri

Sulla partecipazione degli stranieri al servizio civile nazionale deciderà la Corte Costituzionale. È questa la conclusione cui è giunta la Corte di Cassazione che nell’ordinanza relativa alla vicenda del giovane di origine pakistana che per primo, assistito da Apn (Avvocati per niente) e Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), nel 2012 aveva chiesto di essere ammesso al servizio civile pur essendo privo della cittadinanza.
Dopo due pronunce favorevoli da parte del tribunale di Milano, che non avevano però avuto alcun effetto visto che il bando 2012 si era esaurito, ora la Cassazione ha ritenuto da un lato che la norma vigente non può essere interpretata nella direzione di un’apertura agli stranieri, diversamente dalle sentenze milanesi, dall’altro ha affermato che l’esclusione degli stranieri è in contrasto con i principi di solidarietà e uguaglianza di cui agli articoli 2 e 3 della Costituzione.
«L’esclusione» scrive la Corte «preclude allo straniero il pieno sviluppo della sua persona e l’integrazione nella comunità di accoglienza, impedendogli di concorrere a realizzare progetti di utilità sociale… e, di conseguenza, di sviluppare il valore del servizio a favore degli altri e del bene comune come componente essenziale di vita e come forma di educazione ai valori della Repubblica. Si tratta secondo queste Sezioni Unite di una esclusione non proporzionale né ragionevole…».

In un altro passaggio la Corte di Cassazione scrive: «La partecipazione dello straniero regolarmente soggiornanti una comunità di diritti più ampia e comprensiva di quella fondata sulla cittadinanza in senso stretto, postula che anch’egli, senza discriminazione in ragione del criterio della nazionalità, sia legittimato, su base volontaria, a restituire un impegno di servizio a favore di quella stessa comunità, sperimentando le potenzialità inclusive che nascono dalla dimensione solidale e responsabile dell’azione a favore degli altri e a difesa dei valori inscritti nella carta repubblicana».

La palla ora passa alla Corte Costituzionale e sia Asgi, sia Apn esprimono la loro soddisfazione soprattutto per “aver visto accolti quei principi di uguaglianza e inclusione che erano alla base di questo lungo impegno giudiziario”, come scrivono in un comunicato. Soddisfazione viene espressa anche dalla Cnesc (Conferenza nazionale degli enti di servizio civile) perché sottolinea una nota «la sentenza della Corte di Cassazione Sezioni unite civile ha ritenuto di accogliere la richiesta che il servizio civile nazionale sia aperto anche ai cittadini stranieri residenti in Italia, in una visione moderna della difesa della Patria». In un passaggio, inoltre, la Cnesc ricorda che ora tocca al Governo scegliere «se modificare o meno la legislazione vigente» e quindi «disinnescando il rischio di ricorsi, dare piena operatività alla programmazione del Scn, a cominciare dai bandi finanziati con fondi regionali che fermi da molti mesi».

Anche dal Forum nazionale servizio civile arriva l’invito alla politica di non lavarsi le mani del problema «L’atteggiamento del Governo nei confronti del tema dell’apertura del Servizio Civile agli stranieri sconfessa la sua politica youth oriented» ha dichiarato Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum Nazionale Servizio Civile. «Integrazione, crescita, empowrement, linee direttici dell’azione del Governo soprattutto in questo semestre europeo di Presidenza italiana, perdono di credibilità dinanzi all’inerzia della politica nello sciogliere questo intricato nodo» afferma il presidente del Forum.
Borrelli spiega anche che la Cassazione, nel sentenziare che «l’esclusione dei cittadini stranieri preclude agli stessi il pieno sviluppo della persona e l’integrazione nella comunità di accoglienza, impedendogli di concorrere a realizzare progetti di utilità sociale ha avvalorato quello che il Fnsc sostiene ormai da tempo: il servizio civile rappresenta un’occasione di partecipazione alla vita sociale del nostro Paese che facilita l’integrazione sociale e culturale di quei futuri nuovi cittadini italiani».

L’avvocato Alberto Guariso, che ha assistito Asgi e Apn nel contenzioso, osservando come la Cassazione abbia chiarito non solo la sospetta incostituzionalità della norma vigente ma anche che l’art. 52 della Costituzione «non impone affatto al legislatore di limitare il “sacro dovere” di difesa ai soli cittadini». L’avvocato Guariso conclude «Il governo non ha più scuse: se, come alcuni suoi rappresentanti hanno ripetutamente dichiarato, è favorevole all’apertura, ha ora la piena legittimazione a intervenire, anche con un decreto-legge, prima della decisione della Consulta evitando così che il contenzioso si riproponga nei prossimi bandi, compreso quello per Expo che è previsto a breve».
 


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