Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Economia & Impresa sociale 

Zamagni: «Dire che non si può misurare l’impatto sociale è una menzogna»

Così l'economista nella sua relazione introduttiva con cui ha aperto le “Giornate di Bertinoro” che si concluderanno domani. Alla base della due giorni una ricerca a cura di Aiccon (in allegato), su Economia Sociale e Riforma del Terzo Settore

di Redazione

Sono in corso “Le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile”, iniziate oggi e che si concluderanno domani 11 ottobre.
Pochi minuti fa la relazione introduttiva di Stefano Zamagni è intervenuto nel dibattito sulla valutazione di impatto sociale, che nelle ultime settimane si è fatto via via più intenso: “dobbiamo iniziare a dar conto del nostro lavoro attraverso la valutazione: non bisogna aver paura della valutazione e delle metriche di misurazione dell’operato dei soggetti dell’economia civile. Si può arrivare a creare una metrica che possa valutare l’impatto sociale: chi dice il contrario è un falso. Chi dice che non può esserci una metrica per misurare l’impatto sociale dice il falso deliberatamente».

Per l'occasione è stata realizzata una ricerca (a cura di AICCON Ricerca) volta ad indagare il sentiment rispetto alle principali questioni legate all’Economia Sociale. Alla survey hanno risposto 200 persone in 7 giorni.

Uno dei temi esplorati dall’indagine è stato quello dell’universalismo del sistema di welfare italiano. Ben il 77% dei rispondenti ha riconosciuto il ruolo fondamentale giocato dai soggetti dell’Economia Sociale, a fianco della Pubblica Amministrazione, nel dilatare il perimetro dell’azione pubblica al fine di continuare a garantire il principio di universalismo nel campo dell’erogazione dei servizi di welfare. Importante rilevare anche come una parte dei rispondenti in tal senso (circa l’8%) sia appartenente al mondo delle imprese for profit.

Un ulteriore spunto di riflessione è relativo al fatto che nessuno degli appartenenti alle imprese for profit ritenga che la Pubblica Amministrazione da sola sia in grado di garantire un universalismo del sistema di welfare italiano, mentre il 20% dei rispondenti appartenenti alla Pubblica Amministrazione sostiene invece che sia possibile perseguire l’obiettivo affidando parzialmente il compito anche al mercato.

Si è parlato anche della Riforma del Terzo Settore che è considerata positivamente in particolar modo tra gli appartenenti al mondo del non profit (39%) e della cooperazione (29%). La maggior parte (50%) degli appartenenti alla Pubblica Amministrazione ritengono invece che i contenuti siano soltanto parzialmente adeguati a perseguire il fine sottostante la riforma.

I risultati dell’indagine conoscitiva hanno messo in luce due principali evidenze:

  1. l’assunzione di un ruolo sempre più protagonista dei soggetti dell’Economia Sociale all’interno del mutamento di scenario (sociale ed economico) in atto;
  2. una forte prospettiva di sviluppo delle relazioni con le imprese for profit in un’ottica di costruzione di valore condiviso (shared value), ovvero di “creazione di valore economico congiuntamente ad un valore per la società dando risposta ai suoi bisogni e alle sfide cui deve far fronte” (Porter & Kramer, 2011).

Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA