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Il servizio civile universale conquista il Corriere della Sera

«Si capisce quindi che un servizio civile universale aperto a tutti i ragazzi e le ragazze europee potrebbe dare una grande impulso alla costruzione di uno spirito comune europeo», scrive in un editoriale il sociologo Mauro Magatti

di Redazione

Il Corriere della Sera scende in campo e si schiera dalla parte del servizio civile universale. E lo fa, pubblicando, il primo novembre, un editoriale a firma di Mauro Magatti proprio il giorno successivo la chiusura dei lavori del convegno “Rigenerare la partecipazione. Giovani e Servizio Civile nella prospettiva europea” organizzato dal Ministero del Lavoro a Milano presso la Fabbrica del Vapore e coordinato da Vita. 

Secondo gli ultimi dati Eurobarometro, come scrive lo stesso Magatti nell'articolo, per il 70% dei giovani l'Europa costituisce ancora un punto di forza, ma il modo in cui sta gestendo la crisi degli ultimi anni è sbagliato: «Le norme giuridiche devono trovare nella società il fondamento che le sostiene. Si capisce quindi che un servizio civile universale aperto a tutti i ragazzi e le ragazze europee potrebbe dare una grande impulso alla costruzione di uno spirito comune. Ci si potrebbe chiedere se una tale proposta possa trovare o meno terreno fertile. Ma sempre i dati dell'Eurobarometro ci dicono che più di un terzo dei giovani europei ha un'idea attiva di democrazia, dove la disponibilità a dare il proprio personale contributo alla qualità della vita associata occupa un posto centrale: sono tanti i giovani che vogliono darsi da fare concretamente. L'istituzione di un servizio civile universale potrebbe dare corpo a questi orientamenti, permettendo a una quota significativa di giovani di sentirsi a tutti gli effetti cittadini europei.»

Costruire una coscienza politica fondata non sulla difesa dei confini ma sulla partecipazione civile «Un programma di servizio civile europeo si muoverebbe su questo stesso terreno, facendo fare esperienza concreta della appartenenza europea, aprendo occasioni preziose di formazione dei giovani. Soprattutto per quella quota che fatica ad inserirsi nel mercato del lavoro». 


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