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Nuovi poveri, apre il ristorante di Pellegrini: ecco il menù

Alle 19 in via Gonin attese 120 persone, che per la cena pagheranno un euro. Il piatto forte? «Pasta all'amatriciana e budino al cioccolato. Ma la vera sorpresa è stata la quantità di volontari che si sono proposti per servire ai tavoli». Intervista a Davide Locastro, direttore della Fondazione Pellegrini

di Redazione

Milano,  via Gonin 52,10 novembre: alle 19 apre Ruben il ristorante per i nuovi poveri voluto e ideato dall’ex presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini e realizzato attraverso la Fondazione che porta il suo nome, nata nel dicembre del 2013. L’obiettivo è quello di  «aiutare le   tante persone che si trovano in condizione di temporanea difficoltà  economica e sociale e favorire così lo sviluppo di nuove idee e nuove  risposte a bisogni che cambiano e divengono più complessi», spiega il direttore Davide Locastro. Questo però in un’ottica di intervento integrato: «desideriamo, che la Fondazione si integri con le altre realtà  di assistenza e aiuto sociale e sia una parte essenziale di un  arcipelago virtuoso in cui ognuno con la sua specificità dà il suo  contributo alla realizzazione di una serie di progetti sociali».  

Direttore, quanti coperti farete stasera?
Ne abbiamo previsti circa 120. A regime invece saremo sui 460/470 posti divisi su due turni. In questa fase di lancio abbiamo dato priorità alle selezioni: noi ci rivolgiamo a quell’utenza che fatica a trovare un piatto caldo, ma che comunque non si può definire all’interno dei circuiti della povertà cronica. Penso per esempio ai padri soli, alle madri con figli, alle famiglie monoreddito che si sono ritrovate senza lavoro, agli immigrati e così via

Quanto costa mangiare da Rubin?
Un euro per gli adulti, nulla per gli under 16. Ma ci vuole la tessera.

Di cosa si tratta?
Di una sorta di badge, con i dati anagrafici del cliente. Per ottenerla occorre fare richiesta a un centro di ascolto aderente alla nostra rete. Un network che già coinvolge diversi soggetti fra cui la Caritas, i gruppi di volontariato vincenziano, la coop La Strada, don Gino Rigoldi, e la sua comunità del Giambellino, ma anche i servizi sociali dei comuni che più vicini. Abbiamo fatto o stiamo chiudendo accordi con Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone e in settimana ha un incontro con l’assessore di Milano Pierfrancesco Majorino.

Quanto dura l’abilitazione?
Due mesi.

Perché così poco?
Come dicevo noi ci rivolgiamo a persone che sono cadute nel circuito della povertà in modo non permanente. Il nostro è un aiuto momentaneo. Per ogni ogni due mesi abbiamo previsto una verifica dei requisiti. Poi è ovvio: sappiamo bene che un lavoro non si può ritrovare in poche settimane e quindi in questa prima fase i rinnovi saranno quasi “naturali”.

Quanti volontari serviranno ai tavoli?
Ne abbiamo già coinvolti una sessantina. Un dato davvero sorprendente considerato che non abbiamo promosso alcuna campagna a riguardo. E in lista d’attesa ne ho altri quaranta che selezionerò a giorni. Forse per qualcuno è sorprendete, ma c’è un sacco di bella gente in giro.

Il menù di stasera?
Due primi: pasta all’amatriciana e pasta al forno. Secondo: carne o pesce con contorno di patate arrosto o verdure al vapore, budino al cioccolato e frutta di stagione.

Lei mangerà lì?
Certo, insieme agli ospiti e ai volontari. 


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