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Immigrazione: gli 8 punti del decreto Obama

Il decreto che regolarizzerà 5 milioni di immigrati negli Stati Uniti, renderà le cose più semplici anche per le famiglie, i lavoratori altamente qualificati e chi vuole fare impresa nel Paese, puntando sul “valore aggiunto” dell’immigrazione

di Ottavia Spaggiari

Quindici minuti, che hanno incollato alla televisione gli occhi di milioni di famiglie negli Stati Uniti, nell’attesa di sapere cosa sarebbe stato del proprio futuro. Nel suo discorso alla nazione per spiegare il decreto esecutivo sull’immigrazione, Obama ha usato parole chiare: “Anche noi siamo stati stranieri una volta. Siamo e sempre saremo una nazione di immigrati… non fa differenza che abbiamo attraversato l’Oceano Atlantico o il Pacifico per essere qui, siamo qui perché questo Paese ci ha accolto […] e proprio l’immigrazione ci ha mantenuto giovani, dinamici e ha tenuto vivo il nostro spirito imprenditoriale”,  ha dichiarato Obama. “Ecco l’accordo: se siete negli Stati Uniti da più di 5 anni, se avete figli che sono cittadini americani, o residenti, se vi registrate, pagate la percentuale di tasse che vi spettano, potrete fare richiesta di rimanere in questo Paese, temporaneamente, senza paura di essere deportati. Potete uscire dall’ombra ed essere riconosciuti dalla legge.”

Il decreto non rappresenta dunque un'amnistia per tutti gli immigrati senza documenti, negli Stati Uniti, un numero che, si stima, si aggira intorno ai 12 milioni di persone.  Obama, ha sottolineato che il decreto esecutivo è un approccio di buon senso, una via di mezzo necessaria, per uscire dall’impasse, di un sistema fallato. “Questo accordo non si applica a chi è arrivato negli Stati Uniti recentemente, né a chi è arriverà illegalmente in futuro. Non garantisce una cittadinanza, né il diritto di rimanere qui in modo permanente, nemmeno gli stessi benefit che ricevono i cittadini. Solo il Congresso può prendere questo tipo di misure, tutto quello che possiamo dirvi noi è che non vi deporteremo.”

Il decreto esecutivo di Obama, arriva ad un anno e mezzo di distanza, dalla proposta di legge, mai approvata, che avrebbe dovuto garantire un permesso di soggiorno a circa 11 milioni di immigrati senza documenti. “So che alcuni hanno criticato questa azione come un’amnistia di massa, ma non lo è.” Ha affermato il Presidente degli Stati Uniti. “L’amnistia è il sistema di immigrazione che abbiamo oggi, che non permette a milioni di persone che vivono qui di pagare le tasse né di vivere secondo le regole, mentre i politici utilizzano questo tema per spaventare le persone e raccogliere voti.”

Ecco in otto punti cosa prevede il decreto Obama:

Famiglie: Spesso i cittadini americani e i residenti permanenti sono separati per lunghi periodi di tempo dai membri della famiglia che sono in attesa del permesso di soggiorno. Il decreto ridurrà il periodo di separazione di queste famiglie e garantirà una regolarizzazione ai genitori che hanno figli cittadini americani o residenti.

DREAMers: Il decreto amplierà il numero dei minori che potranno fare richiesta di permesso di soggiorno. I cosiddetti DREAMers, (il nome è coniato dal Development, Relief and Education for Alien Minors Act, il provvedimento a tutela dei minori arrivati negli Stati Uniti) potranno fare domanda se arrivati nel Paese prima del 1 gennaio 2010. Il decreto però non assicura il permesso di soggiorno ai genitori.

Immigrati senza documenti con la fedina penale pulita: Il decreto esecutivo concentrerà gli sforzi del dipartimento dell’ Homeland Security sulla deportazione di persone con un trascorso criminale. “Abbiamo intenzione di continuare a concentrare le risorse sulle minacce reali alla nostra sicurezza", ha detto Obama “non sulle famiglie, ma sui criminali”. Il provvedimento va ad agire su un programma esistente chiamato Secure Communities, che obbliga la polizia a condividere le impronte digitali dei sospettati, con gli ufficiali del dipartimento immigrazione, i quali possono utilizzare le informazioni raccolte, per deportarli, anche se i sospettati si rivelano poi innocenti. Il provvedimento verrà sostituito da un programma di deportazione che si concentrerà su chi verrà giudicato colpevole di reato.

Lavoratori altamente qualificati: Il provvedimento renderà più snelle le pratiche di rinnovo dei documenti per i lavoratori altamente qualificati, facilitandone il movimento all’interno del Paese e il cambio di lavoro.

Immigrati con carichi pendenti: Come parte del decreto esecutivo, il Dipartimento della Giustizia, implementerà una riforma, per accelerare i casi ancora aperti.

Immigrati vittime di reati: Il decreto prevede l’espansione dei visti agli immigrati vittime di reati e coinvolti nel traffico di essere umani, in territorio americano.

Pattuglia dei confini: Il decreto esecutivo dedicherà più risorse (anche se non sono esattamente definite quante) al pattugliamento dei confini sudoccidentali. La proposta di legge dello scorso anno, avrebbe allocato 30 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. La Casa Bianca ha dichiarato che dal 2008 a oggi le pattuglie di sorveglianza di terra e aeree sui confini sudoccidentali sono raddoppiati e sono inoltre stati assunti 3 mila nuovi agenti. “Se state pianificando di entrare negli Stati Uniti illegalmente, le possibilità di essere scoperti, sono appena aumentate”.

Imprenditori: Il decreto esecutivo prevede facilitazioni per gli imprenditori stranieri che dimostrino un potenziale di creazione di lavoro e attrazione di investimenti negli Stati Uniti.

Obama ha risposto alle critiche dei repubblicani che hanno accusato questo decreto di abuso di potere: “Questo dibattito non riguarda solo l’immigrazione, ma riguarda che tipo di Paese che vogliamo essere. Vogliamo essere una nazione che tollera l’ipocrisia di un sistema, in cui i lavoratori immigrati non hanno mai la possibilità di essere riconosciuti dalla legge o siamo una nazione che offre la possibilità di migliorarsi, di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e poter offrire ai propri figli un futuro migliore? siamo una nazione che accetta la crudeltà di strappare i figli dalle braccia dei genitori,  oppure siamo una nazione che dà valore alla famiglia e lavora perché le famiglie possano restare unite? Siamo una nazione che educa alcuni dei migliori talenti al mondo, per poi rispedirli a casa propria, nei loro paesi di origine perché competano contro di noi? Oppure siamo una nazione che li incoraggia a restare, a creare lavoro qui…sono queste le cose su cui si basa questo dibattito.” Ha affermato Obama. “Ci vuole qualcosa di più della politica quando si parla di immigrazione. Serve un dibattito ragionato, compassionevole, un dibattito che si concentri sulle nostre speranze e non sulle nostre paure.”


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