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In Italia uno sfratto ogni 353 famiglie

Secondo i dati del Ministero dell'Interno gli sfratti nel 2013 sono stati 31.399 (129.577 le pratiche aperte in totale). Un incremento del 7,7%. In due anni l'aumento però è stato del 13,7%. La maglia nera la vince la Lombardia con 6.023 provvedimenti eseguiti

di Lorenzo Alvaro

«Il Governo deve intervenire immediatamente con un decreto legge che preveda la graduazione dei provvedimenti di sfratto per il passaggio da casa a casa, compresi quelli per morosità incolpevole. Serve la revisione urgente della fiscalità sulla casa, la lotta all’evasione sugli affitti in nero. Il Governo finanzi il Fondo di sostegno agli affitti per gli inquilini in difficoltà, portandolo dallo zero attuale ad almeno 300 milioni di euro per il 2013». Così Guido Piran, Segretario Generale del Sicet, il Sindacato inquilini della Cisl, commentava i dati sugli sfratti del 2012. È passato oltre un anno, su tutte le prime pagine dei giornali si parla dei problemi nella gestione delle case popolari ma nulla è stato fatto. I dati 2014 del Ministero dell'Interno infatti sono un bollettino di guerra (in allegato il documento).

Parlando esclusivamente di sfratti eseguiti, senza contare cioè le richieste di esecuzione e i provvedimenti di sfratto emessi i numeri parlano chiaro: il raffronto con i dati riferiti all’anno 2012 evidenzia per gli sfratto eseguiti un incremento in Italia del +7,7%. Se si pensa che già nel 2012 i dati erano in aumento rispetto al 2011 del 6% si scopre che negli ultimi due anni si è visto un aumento degli sfratti portati a termine del 13,7%.

La regione che presenta il maggior numero di sfratti eseguiti con l’intervento dell’Ufficiale Giudiziario è la Lombardia con 6.023 sfratti eseguiti (pari al 19,2% del totale nazionale). Un dato clamoroso se si pensa che la Lombardia ha avuto in questi anni nel suo cuore il più grande cantiere d'Europa, quello di Expo 2015 a Milano.

Già nel 2013 a questo riguardo Pierluigi Rancati, segretario regionale per la Lombardia di Sicet, spiegava a Vita.it che «in Lombardia c’è un bisogno gravissimo di edilizia residenziale pubblica, o più volgarmente dette case popolari. C’è una richiesta pari a 920.415 vani che, rispetto ad un indice medio di composizione delle famiglie, significa 418mila alloggi. Servirebbero anche 323mila vani, 140mila alloggi, di edilizia convenzionata destinate all’affitto, entro il 2018. Le previsioni edilizie e le destinazioni però non rispondono a questi bisogni. I piani urbanistici mettono infatti in conto di realizzare 8800 vani in eccesso di edilizia libera. Case, molto costose, in vendita. Non c’è una risposta edilizia adeguata al mercato più consistente, che è quello delle persone in difficoltà economica. Il risultato non può che essere che la loro richiesta si gonfi e lieviti a dismisura». Dichiarazioni che rilette oggi suonano amare.

Dietro la Lombardia ci sono l’Emilia Romagna (n. 3.962, pari al 12,6%), dal Lazio (n. 3.493, pari al 11,1%), dalla Toscana (n. 2.877, pari al 9,2%) e dalla Campania con 2.348 (7,5%).  

Un peggioramento della situazione si evince anche dal rapporto tra i provvedimenti di sfratto emessi e il numero delle famiglie residenti in Italia che si attesta, per l’anno 2013, a uno sfratto ogni 353 famiglie a fronte di uno sfratto ogni 375 famiglie nel 2012. Le regioni che nel 2013 presentano il rapporto uno sfratto/famiglie peggiore di quello nazionale sono: l’Emilia Romagna (1/262), la Toscana (1/275), il Lazio (1/282), il Piemonte (1/285), la Liguria (1/293), la Valle d’Aosta (1/294), la Lombardia (1/314) e l’Umbria con uno sfratto ogni 351 famiglie.

Roma dunque toglie la maglia nera a Milano. Anche se nel rapporto è sottolineato come «sono incompleti i dati per le provincia di Milano»


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