Welfare & Lavoro

Crowd-making e artigianato di qualità

L’ultima esperienza messa in evidenza dall’Archivio della Generatività italiana è la Berto Salotti. Una storia di eccellenza dell’artigianato italiano nel settore dell’arredamento, e di come un sapiente utilizzo del web ha portato una piccola impresa della Brianza nel cuore creativo degli Stati Uniti, a New York

di Elena Bagalà

Sono ancora molti gli italiani che credono nel proprio paese e che scommettono sulla loro bravura e creatività per trovare soluzioni innovative, per reinventarsi o costruire risposte a questo periodo di crisi.

La Berto Salotti, l’ultima esperienza  messa in evidenza dall’Archivio della Generatività italiana che raccoglie e mette in connessione modelli del panorama italiano in quanto a innovazioni di valore, ne è un esempio.

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Questa è una storia che racconta dell’eccellenza dell’artigianato italiano nel settore dell’arredamento, e di come un sapiente utilizzo del web ha portato una piccola impresa della Brianza nel cuore creativo degli Stati Uniti, a New York. Per farlo hanno utilizzato la rete, un sito tradotto in 6 lingue che nel giro di pochi anni quintuplica il fatturato attraverso le vendite online.

Il titolare Filippo Berto racconta: «la nostra è stata come una sfida contro i giganti, noi, così piccoli, senza budget, nei confronti di un mondo già affermato sui mercati internazionali».

In un momento in cui l’azienda artigiana di seconda generazione, nata negli anni ’70 grazie all’iniziativa dei fratelli Berto, rischiava di rimanere schiacciata dai colossi del settore immobiliare il giovane titolare, ha deciso di puntare sulla narrazione per far conoscere l’azienda e i suoi prodotti, ma anche i processi di produzione e le persone che ne fanno parte.  Tutto questo perché Filippo è convinto del valore della sua azienda e che una delle chiavi del successo sia far conoscere questo valore.

A questo si è aggiunta una grande capacità di promuovere e intessere relazioni che hanno dato vita ad alleanze molto proficue per l’azienda. Hanno iniziato così a realizzare workshop e delle giornate aperte in cui le persone interessate vengono invitate a partecipare alla produzione, in queste esperienze sono stati coinvolti anche i ragazzi della scuola di tappezzeria di Meda e la Ong Terre des Hommes.

Sul piano internazionale invece sono stati portati avanti vari progetti, tra cui “Un divano per Managua” grazie al quale, nel 2013, è stato realizzato un divano a 600 mani, un esempio di co-creazione artigiana e sociale in Italia che ha permesso il finanziamento di due corsi di tappezzeria in Nicaragua. Successivamente è nato “Sofa4manhattan” un divano progettato con il contributo di alcuni designer e realizzato in una giornata di lavoro, a New York, aperta alla cittadinanza.

Filippo: «dalla Russia mi hanno domandato in quanti siamo per riuscire a fare tutto questo, noi siamo in 20-25, è che per fare cose di valore non ci vuole un gran numero di persone, ma persone grandi!».

Queste pratiche hanno generato prodotti di valore, realizzati con cura e passione che riescono ad avere risonanza su scala mondiale, oltre che a rappresentare a testa alta il Made in Italy.

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