Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Progetti multistakeholder come farli con successo

Gli interlocutori da coinvolgere, gli step da seguire, gli strumenti di monitoraggio e valutazione da utilizzare. E un primo esempio concreto in cui vederle applicate: il progetto “Arrivano i nonni” per favorire il dialogo intergenerazionale.

di Redazione

L'individuazione di una priorità sociale cui dare risposta, la costruzione di un network di stakeholder strategici, l'elaborazione di una metodologia di sviluppo, monitoraggio e valutazione replicabile, cui far seguire la realizzazione dell'intervento concreto sul territorio.
 Questo, in sintesi, il processo che Terna, Arci Milano, il Comune di Milano, Fondazione Sodalitas e SDA Bocconi School of Management hanno strutturato a fine 2013 per a supporto del progetto sociale “Arrivano i nonni”. Il programma, ideato per valorizzare l'impegno volontario dei nonni milanesi nell'organizzazione di attività di intrattenimento presso oltre 40 scuole dell'infanzia del territorio.
 
I risultati raggiunti dopo il primo anno di monitoraggio sono stati presentati giovedi 4 dicembre a Milano in occasione del convegno “Nuovi modelli per partnership profit-nonprofit”.

 
Realizzare e misurare progetti multistakeholder: una proposta metodologica

Le priorità sociali che caratterizzano la società di oggi non possono essere risolte con iniziative individuali: solo un approccio multistakeholder, che metta al centro del processo la soluzione del problema e non chi lo individua, può davvero fare la differenza nel favorire una crescita sostenibile.
 
In una logica di collaborazione multistakeholder, gli attori coinvolti:
–       devono rappresentare gli interlocutori prioritari e strategici per il raggiungimento dell'obiettivo sociale individuato
–       partecipano, alla pari, alla costruzione di tutte le fasi di sviluppo e realizzazione del progetto, pur partendo dalla “spinta” di un “attivatore” autorevole e forte che assuma la responsabilità e la titolarità dell'intervento che si andrà a costruire

–       suddividono il progetto in fasi per poterne monitorare e misurare più facilmente performance, risultati e impatti sulla comunità e sulle popolazioni di riferimento, utilizzando di volta in volta gli strumenti di analisi e approfondimento più adatti

–       stabiliscono, per ciascuno step del progetto, i relativi ruoli e responsabilità, e chiariscono contributi ed elementi premianti che ciascun interlocutore dovrà aspettarsi

–       lavorano in un’ottica di condivisione e contaminazione culturale delle rispettive conoscenze e competenze
–       mettono al centro la comunicazione, perchè l'esperienza maturata possa essere accessibile e replicabile.
 
Centralità del problema, sensibilità, mobilitazione, pianificazione, monitoraggio, responsabilità, chiarezza, condivisione, comunicazione e replicabilità: queste le 10 parole chiave da utilizzare per sviluppare progetti multistakeholder di successo.
 
L'applicazione pratica: il progetto “Arrivano i nonni”
Il contesto
Ogni mese a Milano oltre 94.000 pensionati svolgono attività di volontariato e aiuto informale, dedicandovi una media di 32 ore mensili. Il tasso di copertura dei servizi forniti da centri ricreativi è però solo del 6%: ciò significa che gli anziani milanesi hanno energie e creatività che il sistema non è in grado di capitalizzare, dimostrando di essere potenzialmente un’importante risorsa di un welfare di rete.
Contestualmente, le scuole dell’infanzia hanno sempre meno risorse economiche per garantire la compresenza degli educatori e la varietà dell’offerta educativa.
 
Obiettivi, attività, numeri
Il progetto “Arrivano i nonni” è partito come intervento di coesione sociale e di volontariato attivo nelle scuole facendo leva sui talenti degli over 60 per rafforzare la crescita dei bambini.
L’iniziativa si è da subito strutturata come una partnership multistakeholder, cui hanno partecipato: Fondazione Sodalitas, reale “attivatore” del progetto grazie al programma Sodalitas Social Innovation; Terna e Arci Milano, che si sono incontrate proprio in questo contesto e portatrici rispettivamente dell’interesse a realizzare un progetto d’impatto a sfondo educativo nel territorio di Milano e dell’esperienza sul campo, maturata in oltre 10 anni di attività; il Comune di Milano, come istituzione territoriale di riferimento; SDA Bocconi School of Management, portatrice delle competenze scientifiche per definire una metodologia adatta ad un monitoraggio dei benefici in ottica di replicabilità dell’iniziativa.
 
I nonni volontari selezionati nella fase di reclutamento e selezione sono stati assegnati alle scuole dell’infanzia coinvolte secondo criteri di prossimità geografica e di coerenza del talento offerto con le esigenze e le risorse di ogni singola struttura.
A ciascun volontario – una volta creato questo matching – è stato chiesto di mettere a disposizione una o più mattine alla settimana per svolgere la propria attività, in modo da poter creare con i bambini relazioni sistematiche e durature.
Ciascun nonno, prima dell’avvio delle attività, è stato presentato al collegio dei docenti e alle famiglie dei bambini.
 
Nel corso dell’anno scolastico 2013-2014 15 nonni hanno proposto attività di intrattenimento e laboratorio presso 12 scuole dell’infanzia, raggiungendo 720 bambini.
La cura dell’orto e la costruzione di piccoli attrezzi da giardinaggio, l’apprendimento delle lingue, il riciclo creativo degli oggetti, la raccolta differenziata, le danze di gruppo e la pittura: queste alcune delle attività proposte durante gli ultimi 12 mesi.
 
Processo
Per raggiungere gli obiettivi stabiliti, i partner, sotto la supervisione scientifica di SDA Bocconi, hanno ideato un processo di monitoraggio di tipo induttivo per misurare il valore generato in termini di:
–       input, per rispondere alla domanda “Quali risorse investire per raggiungere gli scopi prefissati?”
–       output, per rispondere alla domanda “Quali attività concrete implementare per arrivare allo scopo?”
–       impact, per rispondere alle domande “Quali i benefici (individuali ed organizzativi) da generare nei comportamenti, nella qualità della vita, nel miglioramento dei servizi offerti?”, nonché “Quali cambiamenti concreti produrre nei gruppi di individui coinvolti?”.
 
Nel 2015, quando verrà messa in atto la fase successiva del progetto, il monitoraggio e la valutazione permetteranno di definire linee guida per la replicabilità dell'intero processo.
 Per il monitoraggio del progetto sono stati utilizzati questionari (in fase di avvio), focus group con educatrici, nonni e bambini (in fase di avvio, di sviluppo e conclusione del primo periodo di attività) e interviste in profondità con le direttrici scolastiche e i nonni coinvolti nel progetto.
Questi strumenti, affiancati ad una SWOT analysis del progetto – che ha messo in luce i punti di forza, di debolezza, le minacce e le opportunità – hanno permesso di rilevare i punti critici degli interventi e di suggerire azioni correttive con cui renderli più efficaci.
 
Questo monitoraggio sui beneficiari finali – ha dichiarato Fulvio Rossi, CSR Manager di Ternarappresenta un esempio concreto di come Terna si impegna nel sociale: non con un semplice sostegno economico ma mettendo a disposizione strumenti per conoscere e migliorare. In questo caso – ha proseguito Rossi – un monitoraggio che indagasse gli impatti effettivi sui beneficiari ci è sembrato lo strumento migliore per capire, assieme a tutti i nostri partner, la reale capacità del progetto di creare valore”.
 
Per un'associazione come Arci Milano è molto importante avere gli strumenti per misurare il valore creato dal coinvolgimento di cittadini attivi, come nel caso di questo progetto” ha aggiunto Emanuele Patti, Presidente di Arci Milano. “La collaborazione con enti con competenze diversificate e specifiche ci ha permesso di sviluppare e acquisire strumenti e tecniche utili al lavoro di monitoraggio che permettono inoltre di comunicare con chiarezza e semplicità l'utilità sociale del progetto, obiettivo fondamentale per le associazioni di promozione sociale. Questa esperienza costituisce per noi un modello nella definizione dei rapporti tra profit e non-profit, stabilendo ruoli precisi che valorizzino le competenze di tutti i soggetti coinvolti”.
 
Conclusioni
I questionari, i focus group e le interviste in profondità condotte su tutte le popolazioni dei beneficiari del progetto hanno messo in luce che:
–         i nonni hanno raccontato con soddisfazione l’esperienza e se ne sono sentiti coinvolti sia emotivamente che concretamente
–         le educatrici si sono sentite aiutate e sostenute dai nonni, che si sono rivelati degli interlocutori competenti e sensibili
–         i bambini hanno individuato nei nonni delle figure di riferimento positivo, di cui conservano un ricordo chiaro, di cui ripetono l’esempio e di cui parlano anche nel contesto familiare.
 
Il monitoraggio che ha accompagnato il progetto ha permesso di rendere più efficaci soprattutto le fasi di reclutamento, motivazione e formazione dei nonni, la standardizzazione dei laboratori e il rapporto tra volontari e personale scolastico. I momenti di valutazione e riflessione in cui il progetto si è articolato hanno infatti evidenziato come critiche: il periodo di tempo di coinvolgimento dei nonni presso la singola classe (non sempre sufficientemente lungo) e la scarsa comunicazione del progetto stesso.
 
“Arrivano i nonni” è un progetto realizzato da Terna e Arci Milano in collaborazione con Fondazione Sodalitas e il Comune di Milano e con scientifico di SDA Bocconi School of Management.
 
Approfondimenti:
Il volume “Arrivano i nonni” con le testimonianze di nonni ed educatrici


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA