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Il business sull’immigrazione non esiste

I dati che dimostrano come il fenomeno immigratorio non è una miniera d’oro per spregiudicati affaristi.

di Martino Pillitteri e Redazione

L'immigrazione è uno dei settori più bistrattati e poveri di risorse pubbliche. L’Italia è infatti uno dei paesi europei che ordinariamente investe meno risorse in tema di politiche di integrazione degli immigrati, che sono di competenza degli enti locali e che rappresentano una delle voci più modeste all’interno della spesa sociale di comuni: poco più dell’1 per cento del totale, pari a meno di duecento milioni di euro annui.
Per quanto riguarda le “emergenze”, i fondi sono stati ridotti.In merito “all’emergenza Nord Africa” esistono relazioni ufficiali che hanno calcolato un importo complessivo (spese logistiche più diarie nelle strutture di accoglienza) di 740 milioni di euro nel 2011 e 560 milioni di euro nel 2012. (mediamente 650 milioni di euro l’anno). Mentre per il 2014 si possono già effettuare stime che vedono un importo leggermente superiore, però per un numero di profughi ospitati nettamente maggiore.


La fotografia del presunto business del'immigrazione su questa analisi pubblicata da Lavoce.info


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