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Politica & Istituzioni

Calabria: Wanda Ferro e l’opposizione non rappresentata

A più di un mese dalle elezioni del 23 novembre scorso, si riunisce oggi per la prima volta il nuovo consiglio regionale della Calabria. Con tante ombre e tanti dubbi. Uno su tutti: come è stato possibile escludere la candidata della minoranza, Wanda Ferro, nonostante le 188mila preferenze raccolte?

di Marco Dotti

Ha preso più di 188mila voti, ma questo non è bastato a Wanda Ferro – la principale sfidante di Mario Oliverio (PD; 490mila preferenze), nuovo presidente della Calabria – per ottenere un seggio in consiglio regionale.Siamo di fronte all'ennesimo paradosso, in un Paese che a parole tutela e riconosce ogni minoranza ma, alla prova dei fatti, consuma la concretezza del diritto nelle pieghe di una burocrazia bizantina.

A più di un mese dalle elezioni del 23 novembre 2014, dopo infiniti rinvii che hanno sollevato gli ennesimi dubbi sulla tenuta democratica della Calabria, si riunisce oggi 7 gennaio 2015 per la prima volta proprio quel “nuovo” Consiglio regionale. Senza la rappresentante dell’opposizione in quel Consiglio possiamo ancora parlare di dialettica “maggioranza-minoranza”? 

Quasi 200mila voti, non sono pochi contando l'astensionismo che in Calabria ha raggiunto il 56%. Anche per questa ragione non andrebbero gettati, consumando in tal modo il residuo di fiducia sulla "utilità del voto" dei calabresi. 

Ci spiega come è possibile che la candidata arrivata seconda alle scorse elezioni  non abbia visto assegnarsi un seggio nel consiglio regionale? Ci sarà pure una ragione, altrimenti saremmo alla farsa…

Wanda Ferro: In effetti è una storia difficile da raccontare, ma non sono certo io la persona indicata per spiegare cosa è successo: non voglio parlare di responsabilità più o meno dirette ma ritengo si sia creato un clima di suggestione che nessuno ha inteso rimuovere e così alla fine ho stabilito un record del quale certamente non ritengo di potermi vantare essendo l’unica candidata alla presidenza, arrivata seconda, che in Italia non potrà, al momento, rappresentare l’opposizione in consiglio regionale.       

Al di là del suo caso, ritiene normale -"fisiologico", direbbero gli esperti – che in democrazia non venga assicurata voce all'opposizione? A me pare una questione cruciale che va al di là della disputa elettorale e investe presente e futuro della democrazia in questo Paese. 

Wanda Ferro: Se è in vigore una legge costituzionale che lo prevede e se tutte le regioni d’Italia applicano questa norma anche quando la legge regionale non la cita espressamente vuol dire che l’anomalia è solo calabrese, e non sarà duratura. Il presidente Oliverio ha espresso con chiarezza la volontà di riscrivere la norma in maniera più chiara e quindi in futuro non ci saranno più equivoci. In linea di principio ritengo che il sistema elettorale italiano, in ogni competizione, riconosca il sacrosanto diritto dell’opposizione di essere rappresentata nella stessa direzione della volontà popolare. 

Che cosa succederà adesso, come reagisce Wanda Ferro?

Wanda Ferro: Nessuna reazione particolare, semmai la continuità di un impegno in politica profuso da ora nell’interesse più ampio di una popolazione regionale che ho incontrato in ogni angolo della Calabria e della quale intendo interpretare esigenze, ansie, preoccupazioni per il futuro e volontà di un cambiamento. Lo farò all’interno dell’area politica che rappresento, ma intendo anche andare oltre, superare i confini stretti della politica per raggiungere quella maggioranza silenziosa che non si riconosce nella politica, che si astiene dalla partecipazione al voto e che non può e non deve arrendersi: il punto di ripartenza del mio impegno sarà proprio quel “Calabria, diventa ciò che sei!” che mi ha accompagnato in campagna elettorale e ritengo sia molto più di uno slogan, ma un importante principio da interpretare e rendere efficace per il futuro.    

E la Calabria, in tutto questo, come sta reagendo? E come dovrebbe reagire il Paese?

Wanda Ferro: Tra il Paese e la Calabria sono così tanti i problemi reali e la forza di reazione è sempre minore. In questo momento è prevalente l’attesa verso l’azione di governo di Mario Oliverio al quale ho già augurato un buon lavoro. Aver vinto con un consenso così ampio, pur dimezzato dall’astensionismo, è una responsabilità alla quale di certo non si sottrarrà il nuovo presidente. Certo i problemi sono notevoli e la sfida è difficile, credo anche che questa volta, come mai in passato, sarà determinante il ruolo dell’opposizione che non dovrà essere consociativa e disattenta, ma pronta a collaborare e se necessario anche a lottare per l’affermazione di una nuova era politica ed amministrativa.  

Un'ultima cosa: come risponde a chi obietta che "questa legge l'avete voluta voi", alludendo alla riforma del precedente governatore, Scopelliti, che apparteneva alla coalizione di centrodestra…

Wanda Ferro: Rispondo che nonostante la poca chiarezza questa legge, pur cambiata, prevede sempre l’elezione del candidato presidente arrivato secondo, quindi mi tiro fuori dal coro di chi ritiene che sia stato fatto un golpe in consiglio. Semmai il problema è quello di non aver voluto per tempo spiegare quali erano le modifiche effettive e quale sarebbe stato il rischio di una interpretazione forzata come quella che ricordiamo è stata fatta dagli uffici regionali di Catanzaro in contrasto con le pubblicazioni del Consiglio Regionale. Sono passati dei mesi di silenzio e colpevole lavoro informale, sotto traccia e nei corridoi dei palazzi per il quale i responsabili dovrebbero rispondere almeno ai calabresi. Ci sarebbe stato il tempo per tutti di ricercare una terza via.

@oilforbook


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