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Politica & Istituzioni

Lia Quartapelle: «Contro il terrorismo, stop ai centri islamici illegali»

«La presenza nel nostro Paese di 800 centri islamici illegali è un regalo agli islamisti radicali e a chi fa politica sull'insicurezza. Meglio puntare su moschee legali e "controllabili"». Intervista al segretario della commissione Esteri alla Camera

di Redazione

«Il sistema di sicurezza e di integrazione italiano è molto differente da quello francese, questo non significa che non bisogni alzare il livello di guardia anche da noi, ma quello che è successo a Parigi a Cherlie Hebdo ha molto a che vedere con il loro modello di società». Lia Quartapelle, segretario della commissione Esteri alla Camera, ha appena ascoltato in Parlamento la relazione del ministro degli Interni Angelino Alfano, in cui fra le altre misure ha annunciato l’espulsione dall’Italia di 13 presunti terroristi.

Lia Quartapelle, deputato PD

 

È questa la strada giusta?
La priorità adesso è la sicurezza dei nostri cittadini. Sul piano interno questo significa aumentare le misure repressive a i controlli preventivi anche su singole persone e non solo sulle associazioni e sulle organizzazioni. Massima attenzione poi alle loro fonti di finanziamento. Infine credo che occorra dotare la magistratura di una Direzione nazionale antiterrorismo, sul modello dell’antimafia in modo da collegare fra loro le procure e avere magistrati altamente specializzati. Poi, a livello europeo, dobbiamo mettere in rete i servizi di intelligence nazionali e coordinarci con quelli degli Stati uniti. Non dimentichiamo che i due presunti killer erano noti ai servizi americani e alle forze dell’ordine francesi. Una cosa da fare subito è la condivisione delle liste dei passeggeri degli aerei.

Le reti associative, dalle parrocchie all’Arci, in Italia sembrano più presenti nelle periferie rispetto a quanto avviene in Francia. Questo può essere uno scudo rispetto ad alcune derive islamiste?
In effetti pare di capire che i due fratelli Kuachi siano cresciuti allo stato brado in una citè parigina. Secondo le stime poi in Francia i cossidetti foreign fighters sono un migliaio da noi solo 50. Questo sicuramente marca una differenza fra noi e Parigi, ma non per questo possiamo dire di essere al sicuro.

Cosa ne pensa del dibattito sulla moschea a Milano. Vale la pena farla?
Il fatto che in Italia ci siano 800 luoghi di culto islamico illegali è certamente un fattore di insicurezza che fa gioco a una certa parte politica che vive sugli allarmi e agli islamisti più estremi. Non dimentichiamo poi che il processo verso la costruzione di una moschea a Milano dura da tre anni durante i quali abbiamo avuto la possibilità di conoscere e metterci in relazione con la rete una vasta rete di associazioni musulmane. Io credo che ogni città italiana dovrebbe dotarsi di una moschea. Per ragioni di sicurezza della cittadinanza e anche per dare un segnale di attenzione alle nostre comunità islamiche, che per la maggior parte, sono costituite da persone normali.  


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