Politica & Istituzioni

Quirinale? «Non ci sarà un altro “Re Giorgio”»

La costituzionalista Lorenza Violini: «Con un presidente del Consiglio come Renzi gli spazi per il Colle si ridurranno inevitabilmente». Napolitano? «Merita un dieci e anche il suo successore dovrà conoscere a menadito la macchina che andrà a guidare»

di Redazione

Professore ordinario di diritto costituzionale all’università di Milano, Lorenza Violini è uno dei costituzionalisti più autorevoli in Italia (fra gli altri incarichi è stata anche membro della Commissione per le riforme costituzionali). Nel giorno dell’addio di Napolitano, a lei abbiamo chiesto come e se “Re Giorgio” abbia modificato i connotati istituzionali della carica più alta dello Stato. E quale sarà il suo ruolo nel prossimo futuro. 

 

La costituzionalista Lorenza Violini

Dopo Napolitano, dobbiamo aspettarci un altro “re” al Quirinale?
L’ampiezza della sfera d’azione del Quirinale dipende in larga parte dall’autorevolezza e dalla forza degli alti poteri dello Stato, dal Governo e al Parlamento. Quello rappresentativo costituzionalmente, diciamo così, è un potere che si espande e si contrae a seconda del contesto.

Quello chiamato ad eleggere il successore di Napolitano è lo stesso Parlamento della figuraccia dei 101 di Prodi e che è tornato da re Giorgio con il cappello in mano…
Questo è vero però allora non c’era Renzi, che invece oggi ha assunto un ruolo centrale, direi quasi da demiurgo della politica italiana. In questo senso mi pare molto coerente che lo stessi premier parli di “arbitro” e “garante” per il colle più alto. In un sistema politico stabile non c’è spazio per due re.

Quindi il prossimo Presidente sarà molto diverso da Napolitano?
È verosimile che la sua sfera d’azione sarà molto più limitata, a meno che non cambi il contesto. Le faccio un esempio, che forse non tutti hanno colto, ma che è molto sintomatico. La prassi vorrebbe che le nomine presidenziali alla Corte Costituzionale siano successivi rispetto a quelle parlamentari. Questo perché normalmente i nomi indicati dal Colle servivano a riequilibrare politicamente quelle del Parlamento. Nell’ultima tornata però, visto lo stallo parlamentare, Napolitano ha deciso di procedere in autonomia.

La riforma costituzionale in discussione cambierà in qualche modo la figura del Presidente?
Al di là di tutti i tecnicismi quel provvedimento rafforza le potestà del Governo sul Parlamento. E, come cercavo di spiegare prima, in base alla teoria dei vasi comunicanti, che si allarga il perimetro del Governo si ristringe anche quello del Quirinale.

Il Pd di Renzi pensa a votare scheda bianca per le prime tre votazioni. È un comportamento costituzionalmente corretto?
Assolutamente sì, il problema è un altro.
 

Ovvero?
Il nodo è il regolamento della Camera a cui si attiene il Parlamento in seduta comune quando elegge il capo dello Stato. Un regolamento che non impone una lista trasparente di nomi su cui votare. In questo modo si dà libero spazio a piani e strategie più o meno segrete pensate nei retrobotteghe della politica. Ecco, credo che questo sia fuori dal tempo.

La professoressa Violini che voto dà a Napolitano?
Un dieci, pieno con l’onore delle armi. Ma il mio è un voto più da cittadina che da costituzionalista. Non va santificato, ma senz’altro è uno che ha sempre fatto il suo dovere.

A proposito di Napolitano, pare di capire che la sua indicazione sia quella di un successore che conosca bene i meccanismi del Quirinale e della politica. Condivide?
Se verrà eletto uno che non conosce la macchina, a comandare sarà la macchina stessa. Di questo dobbiamo essere consapevoli. Da parte mia penso che una guida politica e valoriale sia essenziale, per questo credo che Napolitano abbia ragione. 


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