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Cooperazione & Relazioni internazionali

La parola immigrazione non piace più a Obama

Nel discorso di 6500 parole sullo Stato dell'Unione, il presidente americano cita il termine immigrazione solo due volte.

di Martino Pillitteri

Nel suo settimo discorso sullo Stato dell'Unione di martedi 20 gennaio, il presidente Barack Obama ha in gran parte evitato il tema della riforma dell'immigrazione.  A una delle battaglie più care e dure della sua presidenza, Obama ha dedicato solo 2 parole. E non nel senso sbrigativo del termine. Su un totale di 6500 parole, il sostantivo immigrazione è stato citato solo 2 volte.

Nel primo riferimento, Obama ha mandato un messaggio diretto ai repubblicani, minacciando di mettere il veto alla legge  approvata dalla Camera dei Rapprentanti e attualmente in stand-by al Senato. Una normativa che  mette a disposizione del Dipartimento di sicurezza interna un budget di 40 miliardi di dollari, ma neppure un penny per finanziare le politiche immigratorie che il presidente ha disposto attraverso un ordine esecutivo bypassando il Congresso.
 
Il secondo passaggio è un esercizio di retorica obamiana più diretto al pubblico che agli avversari politici. «Si, le passioni sul tema immigrazione sono molto forti e ci dividono» ha detto Obama «ma tutti possiamo vedere qualcosa di noi stessi in quel giovane studente volenteroso e concordare con me come nessuno ottiene dei benifici quando una mamma che lavora duro viene separata dal suo bambino, e che è possibile modellare una legge che rispetti la nostra tradizione di una nazione di leggi e una  nazione di immigrati».

Qui il video del discorso del Presidente Obama


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