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Una scuola di design insegna ai ragazzi a risolvere problemi

Si chiama NuVu e ha sede a Cambridge, negli Stati Uniti, la scuola di design e progettazione che educa i ragazzi ad acquisire competenze tecnologiche di alto livello, ma soprattutto li abitua ad utilizzare tutte le risorse a disposizione per risolvere problemi

di Ottavia Spaggiari

Una scuola sperimentale che insegna ai ragazzi a risolvere concretamente problemi reali. A NuVu, nel centro di Cambridge, negli Stati Uniti, l’inglese e la matematica rimangono fuori dall’aula, per fare spazio a strumenti tecnologici, su cui i ragazzi possano effettivamente mettere le mani, principalmente computer e stampanti 3D. Qui non esistono corsi di studio, né materie, ma solo semplici laboratori, organizzati in un enorme open space, per educare i ragazzi ad acquisire competenze tecnologiche di alto livello, ma soprattutto per abituarli ad utilizzare tutte le risorse a disposizione  per risolvere problemi. Pensata per i ragazzi delle medie e delle superiori, NuVu, intende formare i progettisti, i designer e gli sviluppatori del futuro. I corsi sono strutturati in sessioni di 2 settimane, all’inizio di ogni sessione, agli studenti viene sottoposto un problema da risolvere e al quale dovranno lavorare per le due settimane successive, sviluppando una soluzione.

Nell’ultimo corso, l’intera classe, ha lavorato ad un problema concreto presentato proprio da uno degli studenti, disabile motorio, la cui sedi a rotelle non era abbastanza accessibile.

L’intera classe ha disegnato un supporto personalizzato porta computer, un compartimento in cui poter inserire gli oggetti, una tettoia applicabile in caso di pioggia e un meccanismo di guida controllato da una struttura molto simile a quella dei remi per le barche, una vera e propria rivoluzione meccanica, realizzata con la stampante 3D, in grado di facilitare la guida della carrozzina. Il tutto ad un costo irrisorio: il costo della stampa tridimensionale di ogni parte è costata dai 2 a 3 dollari. Potenzialmente una vera e propria rivoluzione per gli studenti. “Se hai un problema di atrofia e i muscoli che usi per spingere si stanno indebolendo, permettere una tipologia di movimento diverso, potrebbe rappresentare la differenza tra continuare ad usare una sedia a rotelle manuale o essere costretti a passare a quella elettrica.” Ha dichiarato Mohammad Sayed a Wired US. Una soluzione complessa: “Un ingegnere meccanico avrebbe capito immediatamente come fare, ma nessuno di noi è ignegnere, quindi abbiamo seguito l’intuito.” Eppure la cosa più difficile per Sayed non è stata la progettazione. “Prima di NuVu non ero un gran che a lavorare in squadra, perché da creativo, spingevo sempre le mie idee.” Spiega Sayed. “La comunicazione è stata una sfida, ma adesso ho imparato molto”.


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