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Cooperazione & Relazioni internazionali

Al Gore: il 2015 è l’anno del clima

A Davos, durante il World Economic Forum, Al Gore annuncia il Live Earth 2015, il concerto-manifestazione, che si terrà il prossimo 18 giugno, in sette continenti, per sensibilizzare l’opinione pubblica al tema del cambiamento climatico, e chiedere un’azione concreta da parte dei governi, in vista del summit di dicembre, a Parigi

di Redazione

I numeri ci sono tutti. Il 2014 è stato l’anno più caldo del pianeta, con una temperatura più alta di 0.69 gradi centigradi, rispetto alla media del ventesimo secolo. E anche a Davos, l’esclusiva località svizzera dove sono riuniti i leader dell’economia e della politica mondiale, si parla anche di questo. L’ ex vice-presidente degli Stati Uniti e attivista ambientale, Al Gore, non ha usato mezze misure, presentando, insieme al cantante Pharrell Williams, il Live Earth 2015, il mega-concerto diffuso, che si terrà il prossimo 18 giugno nei sette continenti e che coinvolgerà 100 artisti, Gore ha affermato che il 2015 dovrà essere l’anno del clima. Il concerto di giugno, secondo Gore, dovrà contribuire a sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica internazionale, in vista del vertice delle nazione unite sul cambiamento climatico, il prossimo dicembre, a parigi.

“L’obiettivo è quello di radunare un miliardo di voci, che mandino un messaggio unico, chiedendo un cambiamento immediato.” Ha affermato Gore. “E’ assolutamente cruciale promuovere una richiesta condivisa, per promuovere un accordo.”

Proprio per questo motivo, l’evento è stato nominato Live Earth: Road to Paris, dall’incontro di Parigi infatti dipenderanno molte delle azioni di contrasto al cambiamento climatico che verranno attuate dai governi in futuro.

Anche Jim Yong Kim, Presidente della Banca Mondiale, ha sottolineato il momento cruciale in cui ci troviamo, affermando che alcuni passi avanti sono già stati fatti, come l’accordo tra Stati Uniti e Cina sulle emissioni di Co2 e l’aumento degli investimenti nelle rinnovabili, da parte dei paesi in via di sviluppo.

Kim ha comunque sottolineato che moltissimo lavoro rimane ancora da fare: “Quest’anno”, ha dichiarato ai microfoni del Guardian. “Dovremo affrontare una sfida enorme.”


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