Media, Arte, Cultura

Libri al posto delle slot. Why not?

Lo spazio lasciato libero dalle slot machine è ora occupato da uno scaffale di libri a disposizione della clientela. Accade al Why not? Cafè di Viareggio, in via Aurelia Nord. Artefice della svolta: Azzurra Cerri, 30 anni, titolare del bar che ha rimpiazzato il gioco d’azzardo con romanzi e best sellers

di Carmen Morrone

Aumentano i titolari di bar che tornano sui propri passi e  riescono a togliere le cosidette macchinette per il gioco d'azzardo dai loro locali. A Viareggio il primo esperimento di una biblioteca al posto delle slot. Ecco come è andata.

Lo scorso gennaio, Azzurra dopo una trattativa durata almeno un anno, riesce a farsi ritirare le slot machine. «Quando rilevai il bar insieme a un mio socio, le slot apparivano un’opportunità economica, poi hanno cominciato ad essere un problema perché, oltre ai clienti abituali del bar che giocavano saltuariamente, si sono aggiunte persone che si piazzavano davanti alla slot ore e ore e sono arrivati a chiedermi soldi in prestito per continuare a giocare».

Why Not? Cafè stava perdendo la sua identità. «Volevo togliere quelle macchinette, ma il contratto prevedeva che pagassi 5mila euro in caso di risoluzione anticipata. Ho cercato pure di restituire la licenza. ma niente da fare. Allora ho cominciato a tenerle spente qualche giorno, qualche settimana. Dopo un anno, sono stati i gestori stessi a decidere di toglierle perché non incassavano abbastanza».

Azzurra già sapeva come rimpiazzarle: «Libri, libri, libri. Pagine di carta perché siamo tutti saturi di tecnologia». I libri non hanno fatto perdere clienti. «Sono stati i clienti stessi ad alimentare la libreria- racconta-. Io ho messo i primi dieci, adesso i volumi sono un centinaio e ne arrivano da tutta la città. Metteremo altri scaffali». Il servizio è flessibile e si basa sulla fiducia.

«Chiunque può prendere in prestito un volume alla volta e restituirlo nel giro di un mese – conclude Azzurra Cerri -. Ora i clienti si incontrano non solo davanti a un caffè, anche accanto allo scaffale e parlano di tutto, del più e del meno. E di libri».


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