Cooperazione & Relazioni internazionali

Sempre più critica la vita degli sfollati iracheni nel sud del paese

Secondo il Wfp la condizione delle famiglie sfollate nei tre governatorati meridionali di Najaf, Kerbala e Babel è peggiorata. Molte famiglie vivono in edifici pubblici abbandonati o in moschee concesse alle autorità. Nel 2014 in tutto l'Iraq assistiti 1,4 milioni di sfollati

di Redazione

È sempre più difficile la situazione umanitaria degli sfollati iracheni. In particolare, il World Food Programme (Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite) denuncia il peggioramento delle condizioni nei governatorati meridionali di Najaf, Kerbala e Babel. Da sottolineare che il Wfp assiste a  Basrah, Thi Qar, Qadissiya, Missan, Wassit, Muthanna, Najaf, Kerbala e Babel, 50mila famiglie sfollate.
«Nonostante i pericoli e le sfide nell’accedere a quest’area, il Wfp è stato presente nell’Iraq meridionale e centrale dall’inizio della crisi nel paese nel 2014», ha detto Jane Pearce, rappresentante e direttrice Wfp in Iraq. «Ringraziamo i governi locali di Najaf, Kerbala e Babel per la continua cooperazione con il Wfp nell’alleviare le sofferenze degli iracheni sfollati, aiutandoci a portare loro cibo».
 
Al momento molti sfollati vivono in edifici pubblici vuoti, o in moschee come quella di Husseineyar che le autorità locali hanno messo a disposizione o sono ospitati dalle comunità locali. La maggior parte delle famiglie trasferitesi nell’area ha detto di aver speso tutti i pochi risparmi per arrivare sin lì.
Tra quanti sono arrivati nelle aree meridionali molti sono quelli che non sono riusciti a trovare riparo nella regione settentrionale del Kurdistan iracheno che da solo ospita quasi la metà degli sfollati.

Lo staff del Programma alimentare mondiale ha incontrato molte famiglie in difficoltà nel dare da mangiare ai loro cari o che non sanno come procurarsi il necessario. Come, per esempio, Najat Hussein, 36 anni e madre di 6 figli, che ha perso il marito sette mesi fa nel conflitto di Tel Afar. Si è trasferita a Kerbala con i suoi figli dopo aver sentito che il governatorato stava aiutando gli sfollati. Al Wfp ha detto di essersi trasferita a Kerbala «perché altrove era troppo costoso vivere e avevo bisogno di un riparo per i miei figli. Per noi, il tempo si è fermato. Non c’è lavoro, non ci sono scuole, non c’è futuro. Riceviamo le razioni alimentari del WFP ogni mese. Senza, sarei costretta ad elemosinare il cibo».
 
Per discutere l’assistenza alimentare alle persone sfollate il Wfp ha anche incontrato rappresentanti dei tre governatorati meridionali, inclusi il vice responsabile del governatore di Najaf, i capi dei consigli provinciali di Kerbala e il vice governatore di Babel.
«Nell’agosto 2014, il Wfp ha stabilito un ufficio a Basrah dedicato al sostegno degli sfollati iracheni nei governatori meridionali. L’ufficio sta esplorando modalità differenti per ampliare l’assistenza alle famiglie sfollate», ha detto Asif Niazi, coordinatore Wfp per le operazioni nel sud.
 
Nel 2014, Il Wfp ha fornito assistenza alimentare in tutti i 18 governatorati iracheni, raggiungendo un totale di 1,4 milioni di sfollati. A novembre, nelle zone settentrionali dell’Iraq, il Wfp ha cominciato a distribuire vouchers alimentari alle persone affamate, dando loro la possibilità di scegliere quale cibo comperare. I vouchers alimentari, essendo “spesi” nei negozi locali, sostengono l’economia del luogo, rafforzando i mercati.
 


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