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Passera: «Vi racconto la mia Italia Unica»

Il presidente racconta la sua creatura, che domani verrà presentata ufficialmente a Roma. «Saremo l'alternativa al Pd, oltre Renzi. Popolari, democratici con una grande componente riformista, andremo a occupare quello spazio che ha fatto dell'astensionismo il primo partito italiano». E sul Terzo settore...

di Lorenzo Maria Alvaro

Se ne parla da mesi. Domani però “Italia Unica”, il partito pensato e voluto da Corrado Passera, vedrà la luce. A Roma, all'Hotel Cavalieri dalle 14, si terrà l'assemblea fondativa della nuova forza politica. Una forza che sin dai suoi primi passi sembra meno interessata ai movimenti nei palazzi romani e molto più al sancire alleanza sui territorio. Questo almeno a guardare i primi passi, come la lettera mandata ai sindaci italiani per fare fronte comune contro il patto di stabilità interno e le politiche del premier Matteo Renzi per Regioni ed enti locali. Una tela di rapporti con la galassia dei vertici intermedi dei partiti di area moderata, popolare e liberale. Una forza nuova che andrebbe a occupare uno spazio centrista con uno sguardo a destra proprio nel momento in cui, sulla elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il centrodestra italiano (Ncd e Fi) sta letteralmente esplodendo. Per capire quali sono le aspirazioni e le linee guida del nuovo partito abbiamo chiamato proprio il presidente Corrado Passera.
 
Cominciamo dal principio: domani presenta a Roma il nuovo partito “Italia Unica”. Perché questo nome?
Viene dalla ricerca di un nome che richiamasse tre questioni: l'amore per l'Italia, la specialità, originalità di questo Paese, appunto unico e l'unità, indispensabile per portarlo fuori dalla crisi.  

Qual è lo spazio politico che andrete a occupare?
Lo spazio che si sta liberando in questi mesi e che impersona i nostri valori sta diventando enorme. Quando uno pensa che il principale partito del Paese, quello che raccoglie la maggioranza degli italiani, è quello dell'astensione capisce quanto sia ampia la frattura tra rappresentanze e cittadini. Ci identifichiamo come popolari, democratici con una grande componente riformista. Il nostro punto di partenza è il mondo dei Popolari europei.

Quello che è certo è che vi proporrete come alternativa al Pd di Renzi…
Si, la nostra definizione è l'alternativa positiva, più che contro, oltre Renzi.

Come risponde a chi, per criticarvi, vi identifica come una sorta di Monti-bis?
Che siamo imparagonabile. Non è un caso che rifiutai di entrare in Scelta Civica. Monti rappresentava un cartello di partiti tradizionali.  Noi invece siamo una nuova forza politica e abbiamo un programma nuovo e ambizioso che Monti non aveva.

Da domani siete ufficialmente in gioco. Quali saranno le prime elezioni con cui vi confronterete?
Puntiamo ovviamente alle politiche. Per scaldare i muscoli è verosimile che parteciperemo ad alcune comunali. Alle regionali invece no perché non crediamo nelle Regioni che pensiamo siano il pezzo di federalismo che vada corretto. Tra Comuni e Stato ci deve essere solo un piano intermedio che deve essere rappresentato o dai comuni metropolitani o dalle province storiche.

Il suo è un profilo fortemente imprenditoriale. Perché ha scelto di entrare nell'arena politica?
Imprenditoriale ma anche pubblico, come nel caso di Poste e del Ministero dello Sviluppo economico. Lo faccio, sembrerà retorico, per amore al Paese. L'Italia sta andando male e si sta fermando. Penso di portare in dote un'esperienza di pubblico e privato, profit e non profit, italiana e internazionale che alla politica può essere molto utile. D’altra parte per cambiare le cose bisogna conoscerle

In queste ore si sta eleggendo il Presidente della Repubblica. Il solo nome sul tavolo è quello di Mattarella. Che ne pensa?
Dal primo giorno,  e oggi continuo, ho sempre dichiarato, rivolgendomi al Parlamento, che serve cercare il massimo consenso su una persona che abbia tre caratteristiche: indipendenza, esperienza politica e autorevolezza internazionale. Mattarella non lo conosco abbastanza per dire se risponda a questo profilo. Ma queste tre caratteristiche devono essere la guida in una situazione difficile come questa.

Il Governo sta lavorando alla Riforma del Terzo Settore, che contiene la stabilizzazione del 5xmille, il Servizio Civile Universale e norme sull'impresa sociale. Che ne pensa?
È l'unico pezzo del programma che avevamo dato al Governo nel febbraio scorso e che è stato assunto, almeno in parte. Parlavamo di dignità giuridica del Terzo Settore, grande spinta e apertura all'impresa sociale, che deve essere messa in condizione di operare in tutte le condizioni e su grande scala, e poi l'importanza del Servizio Civile Universale. Un miglioramento da apportare subito al testo odierno è il superamento del tetto per il 5xmille. I titoli ci sono, ma si deve avere più coraggio, anche per quello che riguarda le risorse stanziate.


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