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Donne, disabili, stranieri, gay: chi li odia su internet

Un'associazione lancia la prima mappa degli haters via web in Italia: analizzati 2 milioni di tweet contro donne, disabili, immigrati, gay ed ebrei. Tutte categorie oggetto quotidianamente di insulti e minacce. Ecco da dove partono i messaggi di odio

di Gabriella Meroni

L'idea viene dagli USA, dove ogni anno viene pubblicata la Hate Map della Humboldt State University della California per mappare gli haters, ovvero coloro che utilizzano internet e il relativo anonimato che offre per vomitare in rete insulti di ogni tipo contro chiunque, ma in particolare verso donne, disabili, stranieri, gay ed ebrei. Da oggi la mappa dell'odio è disponibile anche per l'Italia grazie all'iniziativa dell'associazione Vox, autrice della prima Mappa dell'Intolleranza in Italia, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari, il Dipartimento di Diritto pubblico dell’Università  di Milano e la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma, con la supervisione di Vittorio Lingiardi, docente di Psicologia Dinamica.

L'indagine è stata realizzata tracciando i tweet degli italiani contenenti parole sensibili e geocalizzandoli grazie all’ausilio di Open StreetMap per identificare le zone con un più alto livello di intolleranza. "I social network giocano un ruolo non indifferente nell’alimentare sentimenti e parole di intolleranza e di odio verso il prossimo", sostengono da Vox. "Per questo abbiamo deciso di dar vita alla Mappa dell’Intolleranza, per poi donarla alle amministrazioni locali, che potranno agire concretamente con progetti mirati sul territorio". 

Vox ha mappato l’odio razziale, l’omofobia, l’odio contro le donne, contro i diversamente abili e l’antisemitismo, permettendo di stilare una classifica dei gruppi sociali più bersagliati dagli haters, che sono risultati nell'ordine le donne, i disabili, gli stranieri, gli omosessuali e gli ebrei.

La Campania, insieme a Lombardia Puglia ed Abruzzo, risulta nelle prime posizioni quando si parla di misoginia, mentre i dati raccolti dicono che i tweet contro le donne sono stati in totale 1.102.494. “Vacca, troia, zoccola, puttana”, sono questi per lo più gli epiteti utilizzati contro le donne. La Campania conserva il vertice della classifica, insieme a Lombardia, la Puglia e l’Abruzzo, quanto a discriminazioni ed intolleranza verso i disabili. Oltre 500mila i tweet denigratori, “mongoloide, handicappato, storpio, spastico” i termini offensivi più utilizzati. Al terzo posto tra i gruppi sociali presi di mira ci sono gli stranieri, gli immigrati: i tweet razzisti sono stati circa 154.170 , geolocalizzati soprattutto in Lombardia, Friuli, Basilicata, Sicilia e Calabria. Gli appellativi “terrone, negro, zingaro” sono invece molto utilizzati soprattutto nelle discussioni sportive. Al quarto posto nella classifica degli obiettivi degli haters ci sono gli omosessuali. Qui al primo posto c'è la Campania, insieme al Friuli e alla Lombardia, e sono 110.774 i tweet incriminati. “Frocio, pompinaro, checca, finocchio”le parole più usate per offendere gay e  lesbiche. Anche l’antisemitismo – oltre 6mila i tweet – è tragicamente popolare sul social. “Usuraio rabbino e giudeo” le offese più comuni, e Centro Italia e Abruzzo i luoghi in cui sono stati geolocalizzati il maggior numero di tweet antiebraici.


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