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Charles e gli altri orfani di Ebola accolti nei Villaggi Sos

Sos Villaggi dei Bambini sta accogliendo i primi orfani di Ebola nei Villaggi del Paese dove si sono registrati oltre 10mila casi infetti e oltre 3mila morti. Le storie di Charles, Lamia, Kadia e Rania accolti dalle Mamme Sos

di Antonietta Nembri

C’è un’emergenza nell’emergenza nei Paesi colpiti dall’Ebola ed è quella dei bambini orfani, piccoli che non solo sono rimasti soli, ma che vengono stigmatizzati dalla comunità per la paura che possano essere malati.
Sos Villaggi dei Bambini che continua a supportare le comunità con beni di prima necessità, materiale medico e supporto psicologico in Sierra Leone, dove si parla di 10.340 casi infetti e 3.145 morti, sta accogliendo i primi orfani nei Villaggi Sos.  

Le storie di Charles, Lamia, Kadia e Rania sono paradigmatiche della condizione in cui vivono questi piccoli orfani.
Charles ha un anno e mezzo e il suo calvario è iniziato nel mese di agosto, mese in cui prima i suoi genitori e poi i suoi 4 fratelli e gli zii morirono per aver contratto il virus. «Abbiamo tenuto in osservazione Charles per 21 giorni, nel Centro paramedico. Era risultato negativo al test», racconta Patricia Serry-Kamal. «L’abbiamo sottoposto a esami continui, per tre mesi. Volevamo essere certi non avesse contratto il virus». Venne contattato il Villaggio Sos di Makeni, dal ministero degli Affari Sociali, per accogliere Charles ma in quel momento il Villaggio non era ancora attrezzato per accogliere i bambini orfani.

«Era troppo pericoloso. Il virus era appena scoppiato» dice Olatungie Woode, direttore nazionale di Sos Villaggi dei Bambini in Sierra Leone. «Spesso i bambini rimasti orfani morivano poco dopo i test, anche se risultavano negativi. La malattia si sviluppava ugualmente. Non potevamo mettere a rischio la salute dell’intero Villaggio Sos. Charles venne quindi accolto dall’infermiera del Centro in attesa di poter entrare nel Villaggio Sos. Ci siamo quindi attivati immediatamente per poter affrontare l’emergenza degli orfani in Sierra Leone. Abbiamo intensificato l’area delle prevenzione e della cura per poter poi garantire un’accoglienza di qualità. Ora Charles è felice, qui. Ha trovato una famiglia e tanto amore».

Insieme a Charles sono stati accolti Lamia, Kadia e Rania. Tutte le Mamme Sos e i bambini si sono riuniti per dare loro un’accoglienza straordinaria, cantando canzoni di benvenuto come segno di amore e di accoglienza nella comunità. «Abbiamo iniziato qui a Makeni ma l’accoglienza di bambini orfani riguarderà anche i Villaggi Sos di Freetown e Bo» continua Woode.

«Ero entusiasta per l’arrivo dei bambini», ha raccontato la Mamma Sos Mabinty Mansaray «Darò loro la migliore cura e tutta la protezione e l’amore che meritano. Lamia e Kadia hanno 8 e sei mesi. Hanno perso entrambi i genitori. Sono stati infettati mentre si prendevano cura di un parente malato in casa e sono morti quattro giorni dopo. Fu poi la loro sorella maggiore ad ammalarsi e vennero portati al Centro paramedico dove risultarono negativi al test. Non avevano nessuno che potesse occuparsi di loro».

Dopo due mesi al centro, Lamia e Kadia sono stati trasferiti alla Corte penale internazionale e poi in un altro Centro di osservazione, dove hanno vissuto un mese. Lamia è stato poi affidato alle cure di Mariama, un amico di sua madre, mentre Kadia a quelle della zia. «Non è stato facile prendersi cura di Lamia» ha raccontato Mariama «Ci volevano buon cibo e cure speciali. Sembrava denutrito e piangeva sempre. Ho dovuto chiedere aiuto ai miei parenti». Stessi problemi ha avuto la zia di Kadia. Non poteva permettersi due pasti al giorno per lei. «Ho altri figli a cui badare e pochi soldi. L'ho portato a casa mia perché non c’era nessuno che potesse prendersi cura di lei».
Ora stanno bene. Sono al sicuro in una grande famiglia.

Nella foto Charles – Fonte: Sos Villaggi dei Bambini