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Becchetti: «La ricetta di Tsipras? La strada giusta per uscire dalla crisi»

L'economista, che oggi presenta a Roma la ricerca “Salute e Felicità” interviene sul dibattito politico: «La proposta del leader greco sul debito è molto intelligente e ha trovato la formula per rendere il debito sostenibile. Questo fa ben sperare per il futuro»

di Lorenzo Maria Alvaro

Più aumenta la spesa sanitaria rispetto al Pil, più si riduce il rischio di malattie croniche della popolazione. E il rendimento di investimenti in sanità è notevole perché se la riduzione di felicità legata all'insorgere di una malattia cronica equivale a una perdita di denaro, al contrario prevenire o curare un di queste malattie produce ricchezza. È uno dei dati che emerge dal Rapporto “Salute e Felicità” Ceis Tor Vergata Fondazione Angelini, coordinato dal prof. Leonardo Becchetti che sarà presentato oggi a Roma presso Palazzo Giustiniani. Anche fare volontariato è salutare: dimezza il rischio di ammalarsi di tumore. Avere un elevato livello di istruzione invece dimezza il rischio di malattie gravi. Insomma la ricerca su oltre 100mila osservazioni individuali sugli over-50 di 19 Paesi europei mostra che in termini economici la riduzione di felicità, causata da una malattia cronica, equivale per una persona a una perdita media annua di 45-80 mila euro. Un'evidenza che mette in discussione molte prassi consolidate nella gestione economica degli Stati di cui abbiamo parlato proprio con Becchetti.

 

Questa ricerca dimostra che valore abbia la felicità dal punto di vista economico e per le casse pubbliche…
Sì, e vale tantissimo perché mediamente ogni euro speso in spesa sanitaria genera 7 euro in termini di salute generale. Un rendimento enorme di oltre il 600%. A trarne più beneficio sono le donne, che vivono di più, le persone al di sotto del reddito medio e le persone che fanno poca attività fisica.

È una ricerca che in qualche modo dimostra come certe politiche, votate al taglio degli sprechi, non considerino alcuni ambiti, sbagliando, come investimenti che invece potrebbero produrre ricchezza. Anche se sembra che alcuni segnali di cambiamento stiano arrivando. Penso alle politiche di Tsipras e Renzi, all'ultimo discorso di Obama. Senza contare borse e mercati che sono in risalita…
Diciamo che stiamo uscendo dal cono d'ombra del rigore. Il discorso di Obama ad esempio è stato molto importante. Dice quello che sostengo da tempo, avremmo dovuto fare come gli Usa, avendo molta più sensibilità sociale. Siamo in ritardo di sette anni rispetto a loro, rispetto a quello che si doveva fare. E questo dà un grande appiglio alla Grecia, perché una parte di quello che sta subendo il Paese è dovuto a questo ritardo. Se la Grecia fosse stata uno stato americano oggi sarebbe in una situazione nettamente migliore.

Anche l'elezione di Mattarella, con il suo discorso, rientra in questa rosa di segnali positivi?
Quando è stato eletto ho scritto che è una persona fondamentale perché ci dà gli anticorpi contro il pensiero unico. Non mi ha smentito. Ci aiuterà a vedere la ricchezza dei corpi sociali e la biodiversità del sociale italiano. Una figura che da questo punto di vista è anche superiore a Napolitano. È espressione del cattolicesimo democratico e saprà guardare con attenzione a questo mondo. Ne abbiamo un gran bisogno per reggere i colpi di questo pensiero unico europeo. Non dimentico quello che stava succedendo e ancora rischia di succedere con l'intervento sulle banche cooperative e popolari. Mattarella ci aiuterà a evitare queste derive

Possiamo quindi dire professore che si vede un po' di luce, anche se ancora lontana, nel tunnel della crisi?
Il compito è aperto. Dobbiamo rassicurare sul fatto che saremo in grado di ripagare il nostro debito e che i nostri conti saranno a posto. Su come faremo a far quadrare i conti dobbiamo sentirci molto meno prigionieri di quello che ci sentiamo. Il modello di economia civile che il nostro Paese ha sta a noi difenderlo. Sicuramente questi nuovi attori politici lo stanno facendo. Sia Tsipras, che Renzi che Mattarella. La proposta di Tsipras sul debito, ad esempio, è molto intelligente e ha trovato la formula per rendere il debito sostenibile. Questo fa ben sperare per il futuro.

 

 


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