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Un tetto sulla testa: in Francia è un problema per 3,5 mln

Presentato il ventesimo rapporto della Fondazione Abbé Pierre sul "mal-logement": le difficoltà crescenti dell'abitare tra senza dimora e sovraffollamento in alloggi fatiscenti

di Antonietta Nembri

Vent’anni dopo il primo, la Fondazione Abbé Pierre ha pubblicato il suo rapporto annuale sulle criticità abitative francesi. E nella presentazione ammette che a 20 anni di distanza dal primo non avrebbe mai immaginato di constatare una così difficile situazione alloggiativa. «Una constatazione dolorosa» ha commentato il nuovo responsabile generale della Fondazione Christophe Robert come si legge su youphil.com.

Per la Fondazione il rapporto è anche un’occasione per interrogarsi sui blocchi strutturali, sociali o ideologici che producono ancora oggi una situazione così dolorosa per milioni di francesi, tra loro oltre 3,5 milioni vivono una difficile situazione abitativa o sono costretti a vagabondare.

Di queste persone di cui si parla tropo spesso come espressione statistiche, nel suo rapporto (in allegato in francese la sintesi, per il rapporto completo qui) la Fondazione ha voluto mostrare la quotidianità di forzati di un rifugio, sono persone che si scontrano quotidianamente contro l’assenza di risposte ai loro bisogni, che si perdono nei labirinti istituzionali (viene sottolineato che la situazione non è cambiata nonostante le misure messe in campo a partire dalla legge Dalo, abitazioni accessibili, Siao, ovvero i servizi integrati di accoglienza e orientamento…) dimenticando spesso che dietro a ciascuno di questi milioni di famiglie ci sono bambini, donne , anziani, uomini bloccati dalla sofferenza e dalla paura del domani, quando non dalla stessa sera.

«Oggi la crisi abitativa è sempre presente. E malgrado le intenzioni politiche che si presterebbero all’ottimismo, alcuni dei miglioramenti sociali annunciati fanno fatica a concretizzarsi, quando non sono smontanti benché possano beneficiare di un sostegno politico o di un reale appoggio culturale. Perché questa resistenza?» ci si chiede alla Fondazione che vede nella mancanza di volontà degli attori politici e di finanziamenti pubblici una delle cause. Basti pensare che a luglio scorso circa 1,8 milioni di nuclei familiari erano in attesa di un alloggio sociale.

Per questo appoggiandosi su venti anni di cose fatte e non fatte la Fondazione Abbé Pierre richiama nuovamente i poteri pubblici a tutti i livelli  alle loro responsabilità, «per la ventesima volta» sottolinea una nota.

Andando a guardare i numeri Christophe Robert lamenta il fatto che a fronte delle statistiche mensili sulla disoccupazione «gli ultimi dati ufficiali sulle criticità abitative risalgono al 2006», da notare che uno degli studi sui quali si basa lo stesso rapporto è datato al 2002.

Un esempio del mal funzionamento del sistema emerge dai dati del “115” il numero d’emergenza del Samu sociale: nell’inverno 2013-2014 ha registrato oltre 335mila chiamate, ma ha potuto trovare alloggio solo a 138.800 casi, per qualcuno solo una notte in camera d’hotel.

Sono 3 milioni e mezzo i francesi mal alloggiati, anche se è difficile stabilire esattamente chi vi sia in questo numero che include le persone prive di un domicilio personale e quelle che vivono in condizioni di alloggio definite molto difficili. In questo numero sono compresi 141.500 senza dimora, circa 441mila alloggiati presso terzi e 2,1 milioni di persone che vivono in case senza confort.

Continuando con i numeri, sono 5,1 milioni le famiglie in precarietà energetica (ossia nuclei che dedicano più del 10% delle proprie entrate per pagare le bollette per l’energia). 1,2 milioni gli affittuari che si trovano nell’impossibilità di pagare l’affitto dell’alloggio, si tratta di 494.200 nuclei familiari.

Foto: PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images


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