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Economia & Impresa sociale 

La retribuzione delle imprenditrici sociali è inferiore del 29% rispetto agli uomini

Secondo una ricerca della London School of Economics, nel Regno Unito le imprenditrici sociali, pur stabilendo il proprio salario, si retribuiscono il 29% in meno rispetto agli uomini, registrando però un livello di soddisfazione maggiore rispetto alla propria attività

di Ottavia Spaggiari

Che esistesse una disparità nei salari tra uomini e donne non è una novità, secondo i dato OCSE una donna guadagna circa il 30% in meno rispetto ad un uomo nella stessa posizione, eppure secondo un nuovo studio della London School of Economics, non questo fenomeno non riguarderebbe solo le dipendenti, ma anche le imprenditrici, soprattutto quelle sociali. Secondo la ricerca infatti, nonostante dal 1977 la percentuale di aziende gestite da donne sia cresciuta del 63%, all’aumento della presenza femminile in posizioni dirigenziali, non è corrisposto il raggiungimento di una pari retribuzione rispetto alla controparte maschile.

Prendendo in considerazione un campione di imprenditrici sociali nel Regno Unito, dalla ricerca è emerso che le donne che gestiscono un’impresa guadagnino in media il 29% in meno rispetto agli uomini, riportando però livelli di soddisfazione maggiori rispetto agli imprenditori sociali del sesso opposto. Un divario notevole, se si considera che nel Regno Unito la differenza di retribuzione media tra uomini e donne è del 19%. “Si tratta di una sorta di paradosso della soddisfazione”, nota, in un articolo uscito sul magazine, Fastcompany, Saul Estrin, professore della London School of Economics, tra gli autori dello studio. “E’ chiaro che l’impresa sociale sia una scelta di carriera ad alto tasso di soddisfazione, ma sembra anche che, in termini di retribuzione, riproponga le stesse disuguaglianze di genere.” Un po’ come se le imprenditrici sociali si accontentassero di guadagnare meno, perché l’impatto sociale porta gratificazioni non economiche, eppure in questo caso, è difficile capire quali siano esattamente i motivi del divario di retribuzione. Estrin nota che, oltre alla difficoltà di conciliazione lavoro/famiglia, vi sono anche delle caratteristiche di genere che rendono più complicato il raggiungimento della parità: “diversi studi hanno evidenziato che le donne spesso hanno una mancanza di fiducia in sé stesse, che rende più difficile negoziare salari più alti, ma questi motivi non possono giustificare perché le imprenditrici sociali, che possono fissare i propri parametri di retribuzione, scelgono di pagarsi meno”, in questo caso, secondo Estrin, è difficile capire quali siano esattamente le ragioni del divario.

“Questa volta non si tratta di discriminazione, perché sono proprio le imprenditrici sociali, spesso amministratrici delegate della loro azienda, a stabilire la propria retribuzione. Per capire esattamente le motivazioni di questo fenomeno bisognerebbe approfondire lo studio, possiamo però azzardare qualche ipotesi,” continua Estrin. “Le donne solitamente gestiscono imprese di dimensioni inferiori rispetto agli uomini, i ricavi quindi sono minori, questo è anche legato al fatto che le donne, spesso, scelgono di affrontare problemi sociali molto complessi, il che rende più difficile ottenere risultati positivi e questo si traduce in un ritorno inferiore sull’investimento.” Inoltre secondo Estrin, le imprenditrici sono meno propense al rischio e più prudenti o forse,un po’ più responsabili, rispetto ai corrispettivi maschili, tendenzialmente, infatti preferiscono lasciare più risorse in azienda, fino a quando non sono certe di avere tutti i conti in ordine.  

Foto: Getty Images


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