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Bitonci: «La legge nazionale sul gioco? Governo ipocrita»

«Sarebbe un grave errore: i sindaci devono poter decidere gli orari di apertura e chiusura delle sale gioco. Con questa inversione di rotta, il Governo disattende le promesse fatte». Dopo il sindaco di Genova, anche il primo cittadino di Padova, si scaglia contro i decreti attuativi dell'articolo 14 della Delega fiscale

di Redazione

Massimo Bitonci, sindaco di Padova e principale artefice dell'ordinanza sulle slot che consente di tenerle accese solo dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22, sospesa dal Tar Veneto, richiama il Governo ai suoi doveri. «Dovrebbe tener conto della situazione dei Comuni, visto che con l'introduzione di nuovi giochi e la liberalizzazione delle sale ha creato un problema sociale rilevante: ormai in tutte le Asl ci sono servizi specifici dedicati alla cura del Gap, con decine di persone in cura. In qualità di delegato dell'Anci ritengo utile che la nostra associazione si muova per tutelare i cittadini su questa emergenza: nella prossima riunione in programma a Roma proporremo una risoluzione in questo senso» ha dicvhiarato a Gioconews.it.

Legame troppo stretto fra gioco e bilancio dello stato
Il sindaco veneto poi dice la sua sull'intenzione del Governo, annunciata anche dal sottosegretario Baretta, di ridurre l’offerta di gioco, con una riduzione di 80-100mila apparecchi sul territorio. «Già da capogruppo al Senato, sono stato promotore di una legge contro l'introduzione di nuovi giochi, la concessione di nuove autorizzazioni e la liberalizzazione dell'online: provvedimenti che hanno fatto aumentare la base dei giocatori di pari passo con il gettito fiscale. Proprio per questo, è difficile che il Governo possa promuovere azioni che abbiano come conseguenza la riduzione delle entrate e avere ripercussioni sul bilancio dello Stato. Così, il Governo si nasconde dietro il dito della legalizzazione». Sarebbe altrettanto ipocrita per il primo cittadino l'istituzione una Consulta permanente di cui faranno parte rappresentanti degli enti locali e del settore, contenuta nella Delega. «Ho avuto a che fare con gli operatori del gioco ma per me la loro unica finalità è il lucro. E non credo proprio che abbiano l'intenzione di venire dalla parte dei Comuni».

Gaming in quartieri separati
Secondo Bitonci, non sarebbe utile neppure la ventilata razionalizzazione delle macchine da gioco già installate nei locali, con l'introduzione delle stesse in gaming hall o comunque in spazi all’interno di bar che non siano visibili. «Non cambierebbe niente: sarebbe meglio dare ai Comuni la possibilità di individuare zone separate, lontane dai luoghi sensibili, in cui in cui possa praticare il gioco, visto che ormai è stato legalizzato. Aree controllate con telecamere e sottoposte a controlli intensivi da parte delle forze dell'ordine».


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