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Animal Free Fashion, la moda secondo la Lav senza pellicce, piume, lana e seta

La Lav - Lega anti vivisezione lancia la prima vetrina web che prevede quattro livelli per il rating etico e un logo per identificare abbigliamento e accessori "animal free". Le aziende migliori, per l'associazione, sono quelle che rinunciano anche a lana e seta

di Antonietta Nembri

Arriva dalla Lav (Lega AntiVivisezione) un nuovo progetto che guarda alla moda. Si chiama Animal Free Fashion e ha l’obiettivo di invitare a vestirsi in modo responsabile e sostenibile senza utilizzare prodotti di origine animale. L’associazione ha creato un sito web, una vera e propria vetrina dotata di rating etico che aiuta a identificare lo stile “Animal free”. Lanciato mentre Milano vive la sua fashion week, il progetto della Lav va incontro ai desideri della maggior parte dei consumatori, in particolare italiani e francesi, in un sondaggio Ispo commissionato dalla stessa associazione in sei Paesi europei, hanno espresso la loro propensione all’acquisto di prodotti privi di materiali di origine animale.

E non stiamo solo parlando di pellicce o di piume d’oca, ma anche di lana e seta (sono 50mila, si legge nel sito del progetto, i bachi sacrificati per ottenere 20/25 kg di seta più i cascami). «Con questo progetto abbiamo tracciato una strada che invitiamo ad intraprendere a tutte le aziende moda volenterose e attente alle implicazioni etiche delle loro produzioni: un’opportunità, peraltro gratuita, per distinguersi nel mercato»,dichiara Simone Pavesi, responsabile del progetto Animal Free.«Suggeriamo 4 step con i quali un’azienda può impegnarsi pubblicamente e sulla base dei quali comunicheremo il reale impegno etico dell’azienda stessa. È infatti necessario valorizzare queste produzioni, distinguendo tra chi ha rinunciato “solamente” all’uso di pellicce da chi invece ha già compiuto un ulteriore passo in avanti rinunciando anche alle “piume” e da chi si caratterizza dall’essere già totalmente “Animal Free”».

Questi i quattro step che caratterizzano il rating etico ideato dal progetto della Lav: sostituzione della “pelliccia animale” (livello di Rating: V); “piume” (VV); “seta e pelle” (VVV); “lana” (VVV+). In pratica più materiali animali un’azienda s’impegna a non utilizzare, migliore sarà il livello di rating raggiunto. Tutte le aziende che saranno valutate si sono dotate di almeno una politica aziendale “senza pellicce”.

Il progetto si è dotato anche di un logo identificativo che può essere utilizzato gratuitamente da tutte le aziende anche se ancora ai primi step per comunicare il proprio impegno etico. Da parte sua la Lav mette a disposizione una vetrina virtuale e gratuita per promuovere tutti i prodotti animal free sull’omonimo sito tematico internazionale www.animalfree.info (disponibile in inglese, cinese, russo e italiano).

Sul sito – che Lav comunica essere in continuo aggiornamento e soprattutto non è un portale e-commerce – è già possibile vedere chi sono le aziende che si sono dotate di valutazione etica da quelle con VVV+ a una sola V.

Da parte sua l’organizzazione animalista precisa, in una nota stampa, che «le aziende che non hanno formalizzato alcuna politica commerciale rispettosa degli animali, sono automaticamente escluse da ogni positiva valutazione e ne sconsigliamo l’acquisto». Inoltre, Lav ricorda che l’adesione al progetto e l’uso del logo sono gratuiti e per l’adesione le aziende possono rivolgersi direttamente all’associazione all’indirizzo animalfree[at]lav.it

 

 


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