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Le vittime di violenza domestica aspettano tre anni prima di ricevere aiuto

Secondo l’ultimo rapporto dell’ONG britannica SafeLives, le vittime di violenza domestica aspettano tre anni prima di ricevere aiuto, presentandosi al pronto soccorso anche 15 volte prima che qualcuno intervenga. Alla base la paura di denunciare e l’incapacità del personale medico di riconoscere gli abusi

di Ottavia Spaggiari

Nel Regno Unito le vittime di violenza domestica devono aspettare tre anni prima che riescano ad ottenere l’aiuto di cui hanno bisogno. Un periodo lunghissimo segnato da decine di violenze e attacchi. A dichiararlo l’ultima ricerca della ONG britannica SafeLives che ha rivelato come quasi un quarto delle vittime ad “alto rischio” si presenti al pronto soccorso anche 15 volte prima che il personale medico si renda conto del problema. SafeLives ha registrato 35 mila casi di abusi domestici perpetrati su persone adulte, notando che, prima di ottenere l’aiuto adeguato da un operatore specializzato nel supporto alle vittime di abusi domestici,  l’85% delle vittime entra in contatto con 5 professionisti diversi. “Nessuno riconosce l’abuso domestico, anche quando le vittime e i bambini entrano in contatto con diverse agenzie pubbliche.” Spiega Diana Barran, CEO di Safelives. Alla base del problema, il fatto che la maggior parte delle vittime fatica a parlare degli abusi subiti. “La violenza domestica è ancora oggi un problema nascosto e, nella mia esperienza, le donne non ne parlano, se nessuno fa domande,” ha spiegato al Guardian, Frances Wedgwood, un medico specializzato nella formazione del personale sanitario, sull’assistenza alle vittime di abusi. “Dobbiamo diventare più bravi a chiedere alle persone se hanno bisogno di aiuto.”

Secondo Diana Barren infatti i dati del rapporto mostrano in modo inequivocabile che la violenza domestica potrebbe essere fermata molto prima. “E’ inaccettabile che le vittime debbano provare così tante volte a chiedere aiuto, prima di essere capite”.

Secondo Safelives, nel Regno Unito ci sono almeno 100 mila vittime di violenza ad “alto rischio”, ovvero a rischio di lesioni gravi e omicidio, il 94% sono donne. Lo studio ha rivelato inoltre che sono 130 mila i minori a vivere in case in cui avvengono abusi e che il 62% di questi bambini sono, a loro volta, vittime. Secondo la ricerca di SafeLives, vivere in una famiglia in cui sono perpetrate violenze e abusi ha un impatto devastante sulla vita dei più piccoli: la metà delle adolescenti che hanno subito violenze da parte dei fidanzati, è cresciuta in una famiglia in cui la violenza era all’ordine del giorno.


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