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Cooperazione & Relazioni internazionali

Dov’è oggi la “civile” Olanda?

Ieri la Roma ha battuto il Feyenoord a Rotterdam. Una partita tesa dopo i fatti della Barcaccia. Durante il match è successo di tutto, compresa una sospensione arbitrale, ma siccome la squadra italiana ha vinto, è come se non fosse successo niente

di Lorenzo Maria Alvaro

“Manita storica per l'Italia”, titolava la Gazzetta.it. Ed è solo l'esempio più illustre di come i giornali sportivi e non, in queste ore stanno parlando della giornata di Uefa League di ieri. La notizia insomma è che tutte le squadre italiane coinvolte, cinque, hanno vinto e passato il turno.

Compresa la Roma, alle prese con una trasferta delicata a Rotterdam contro il Feyenoord, nella tana di quegli stessi hooligans che una settimana fa avevano creato il panico nella Capitale e bivaccato all'interno della fontana del Bernini.

Eppure allo Stadion ieri sera non è stata una partita come le altre. Si comincia al '38 del primo tempo, con il lancio di una banana gonfiabile all'indirizzo di Gervinho. L'arbitro Turpin vede tutto, e avvisa immediatamente il quarto uomo di recuperare l'oggetto incriminato, dopodiché chiama a raccolta i due allenatori e avvisa che, qualora l'episodio dovesse ripetersi, prenderebbe in considerazione l'idea di sospendere definitivamente il match. E già qui una prima considerazione si può fare: ma se quella banana era un gesto razzista, come si affannava a ricordare con tono moralisteggiante Pierluigi Pardo in telecronaca, come si fa a continuare a parlare di razzismo in Italia (nell'idiota accezione di territoriale) quando si è difronte a normali sfottò? Rimane un mistero.

Dopo la banana però in campo comincia a volare un po' di tutto. Quando la Roma va in vantaggio, al '46 del primo tempo, è un diluvio di accendini, monetine, bottigliette di plastica e addirittura un ombrello. L'arbitro chiude un occhio. Non può farlo ad inizio secondo tempo quando, appena espulso Te Vrede del Feyenoord, viene colpito dal successivo nuovo pesante lancio di oggetti. Scatta la sospensione di 15 minuti. La minaccia è che se si dovesse ripetere la cosa la partita verrebbe sospesa definitivamente. Nei minuti successivi alla ripresa del gioco si raccolgono dal campo secchi di accendini ma nessuna decisione viene presa e la partita arriva alla sua naturale conclusione.

Tutto questo però viene solo sommariamente riportato dai giornali nostrani. Non è interessante. La Roma ha vinto e quindi i problemi scompaiono come per magia. Quella violenza, che si è raccontato essere possibile sono nell'incivile Italia, così lontana dall'equilibrio e dal rigore del nord Europa, passa in secondo piano. Tanto abbiamo vinto. O almeno sarà così  finché non capiterà qualche nuovo triste episodio qui da noi, e, in mancanza di qualcosa di intelligente da dire, ripartiranno i piagnistei sull'inferiorità italiana.

Quello di ieri è stato lo specchio di come funzionino le cose in questo Paese, e del perché il calcio italiano non possa cambiare. Mentre aspettiamo con pazienza la prossima volta che ci diranno di quanto siamo medioevali ci rimane un dubbio: ma che fine ha fatto la “civile” Olanda?


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