Sanità & Ricerca

Suicidio assistito, 2014 anno del record in Svizzera

Presentato il Rapporto annuale sull'attività dell'associazione Exit, che accompagna all'eutanasia. L'anno scorso le persone che hanno posto fine alla loro vita sono aumentate del 20% rispetto al 2013, le iscrizioni al sodalizio addirittura del 70%

di Gabriella Meroni

Sono stati 583 i soci di Exit che l'associazione ha aiutato a morire nel 2014, 124 in più rispetto al 2013. E' questo uno dei dati che si evince scorrendo il Rapporto annuale di Exit, l'organizazione svizzera che aiuta gli iscritti ad "autodeterminarsi", ovvero a realizzare il proprio desiderio di morire. L'età media di chi ha ricorso al suicidio assistito l'anno scorso è stata di 77,5 anni, di cui il 56% donne, e si è trattato nella stragrande maggioranza dei casi di malati di cancro o persone afflitte da dolore cronico, ma anche semplicemente da malattie dovute all'età avanzata. Quanto alla provenienza, i pazienti erano residenti principalmente nei cantoni di Zurigo, Berna e Aarau. 
Un aumento record, quello degli 'interventi' realizzati, che tuttavia impallidisce davanti alla cifra degli aspiranti suicidi: nel 2014 hanno infatti chiesto di aderire a Exit 13.500 persone, pari al 70% in più del 2013; un record assoluto, benchè negli ultimi cinque anni il totale delle richieste di ingresso nel club siano state oltre 30mila, pari al 50% in più del periodo precedente. In totale, i membri attuali di Exit sono 81mila.
Essere soci -precisa l'organizzazione – non comporta necessariamente accedere al suicidio assistito. Exi infatti conduce un'istruttoria per l'ammissione all'eutanasia che porta a scartare la maggior parte delle richieste, come è avvenuto anche l'anno scorso, quando sono state avanzate 2500 richieste ufficiali, i morti sono stati 583 e le "pratiche aperte" 900. L'aumento, conclude Exit, potrebbe essere dovuto alla campagna portata avanti dall'associazione per consentire l'accesso al suicidio assistito anche agli anziani che soffrono di una molteplicità di patologie, non necessariamente mortali, ma che compromettono la qualità della vita.


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