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Politica & Istituzioni

Arci: siamo con la coalizione sociale di Landini. Per ora

"Non ci piace l'eccessiva esposizione mediatica, ma siamo interessati a fare la nostra parte per far ritornare gli italiani alla partecipazione attiva", spiega Filippo MIraglia, vice presidente dell'associazione più grande e storica d'Italia, presente all'incontro indetto dal leader della Fiom

di Daniele Biella

“La coalizione sociale proposta dal leader Fiom Landini ci interessa, ma stiamo attenti ai rischi di eccessiva esposizione mediatica: puntiamo a uno strumento per fa riprendere in mano ai cittadini la partecipazione alla sfera pubblica, non ci interessa un’iniziativa con fini elettorali”. Filippo Miraglia, vice presidente nazionale di Arci, mette in chiaro la posizione dell’ente associativo più grande d’Italia (5mila sedi, un milione di iscritti) all’indomani della sua partecipazione alla riunione voluta da Landini per lanciare un nuovo soggetto sociale che lotti contro la disaffezione per la politica dei buona parte dell’opinione pubblica italiana.

“Ci è arrivata una lettera di invito all’incontro, la presidente Francesca Chiavacci era già impegnata, così sono andato io, pensando a una riunione come tante. Invece mi sono trovato davanti tutte le televisioni nazionali e un incontro che ha avuto risonanza che non m’aspettavo”, precisa Miraglia. Un fatto positivo? “Sì, se ci permette di trattare in modo ampio i temi a cui siamo più legati, con la necessaria autonomia e libertà di azione”. La presidenza nazionale Arci si è riunita questa mattina per mettere nero su bianco “l’adesione a un inizio di percorso che sarà lungo e coinvolgerà tutte le nostre realtà locali nel capire se e come potremo fare la nostra parte”, specifica Miraglia.

L’Arci, che ha rinnovato la presidenza nel 2014 non senza qualche affanno per la scelta delle nuove cariche, è oggi nel pieno di un percorso che sta portando l’organizzazione a rinnovare il modello di appartenenza verso un modello che deve tenere conto delle nuove dinamiche sociali, in cui la componente giovanile è in aumento e slegata da appartenenze politiche marcate. “Si tratta di una socialità diversa in tempi diversi: si gioca ancora a carte nei circoli, ma ci sono anche diversi luoghi di partecipazione, legati per esempio alle battaglie per i diritti ambientali e delle migrazioni”, prosegue Miraglia, “noi stiamo cercando di leggere questo cambiamento e trovare il modo di adattamento migliore, in particolare verso un ruolo di mediatore sociale che l'Arci dovrà essere in grado di potenziare. Ciò significa più presenza nei luoghi di partecipazione, così come nei mass media, che oggi come mai prima d’ora, la televisione in particolare, sono diventati la principale e a volte l’unica fonte di informazione per tante persone”.  


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